giovedì 17 febbraio 2011

Comunicato sindacale operatori-trici sociali in lotta

PER LE LAVORATRICI E I LAVORATORI UTILIZZATE-I

NELLE COOPERATIVE SOCIALI, ENTI DEL "TERZO SETTORE"

PER LA CITTADINANZA ROMANA, DAGLI OPERATORI-TRICI SOCIALI IN LOTTA

Comunicato sindacale - per avviso, divulgazione e affissione (art. 25 L. 300/70)


NON DIFENDIAMO QUESTO SISTEMA DI SERVIZI

SOCIO ASSISTENZIALI SANITARI EDUCATIVI E CULTURALI


AUTORGANIZZIAMOCI E LOTTIAMO DAL BASSO

PER CAMBIARE LA SITUAZIONE, NON PER SUBIRLA


Nel mese di Marzo Roma Capitale (già Comune di Roma) e la sua Giunta, presenteranno al Consiglio Comunale e di fatto alla cittadinanza, un bilancio 2011 di "lacrime e sangue", che ribadisce la politica di riduzione di investimenti e di risorse economiche anche per i servizi sociali, sanitari, assistenziali, educativi e culturali.

IL FATTO E’ CHE LE LACRIME SONO LE NOSTRE, ADESSO VOGLIONO PURE IL …SANGUE…


Continua la stessa politica che era stata oggetto di critiche delle passate amministrazioni di Rutelli e di Veltroni, da parte dell’attuale maggioranza politica, cioè aver trasformato Roma in una "vetrina di grandi eventi e di iniziative spettacolari", lasciando progressivamente non risolti i problemi che affliggono i quartieri periferici e le esigenze di avere un sistema di servizi alla cittadinanza romana, efficace, di qualità e con la dignità e i diritti per chi lavora e per chi beneficia di questi servizi.

Molti progetti ormai consolidati rischiano la chiusura (unità di strada, centri di ascolto, interventi per le situazioni di indigenza, povertà, disagio, minori e donne a rischio di sfruttamento e abuso…), nei servizi scolastici ed educativi peggiorano le condizioni di chi lavora con studenti e studentesse disabili, specie quelli con funzioni di A.E.C. (Assistenti Educativi Culturali) di cooperative accreditate, rimangono lunghe liste di attesa per gli asili nido, che orami sono più quelli in convenzione (affidati a privati) che quelli pubblici comunali, con un peggioramento delle condizioni di lavoro e di servizio per il personale che ci lavora e della stessa qualità dei servizi stessi.

Si sta arrivando ai tagli di molti interventi per le fasce sociali con disagio in una città grande come Roma Capitale, nell’area della DISABILITA’, A TUTELA DEGLI ANZIANI, DEI MINORI, con tagli nei bilanci centrali e dei Municipi per le attività di natura sociale e culturale, baluardo contro le intolleranze, le discriminazioni, gli abusi, il degrado, che colpiscono sia le famiglie dei cittadini romani "indigeni" sia di quelle degli immigrati, che vivono oramai da molti anni nella nostra città…SI STANNO RIDUCENDO I FINANZIAMENTI AI MUNICIPI NEL BILANCIO CAPITOLINO ANCHE PER I SERVIZI STRUTTURALI, DI ASSISTENZA DOMICILIARE A DISABILI, ANZIANI, MINORI, PER LE CASE DI RIPOSO E I CENTRI DIURNI…

E’ cronico il ritardo nei pagamenti delle prestazioni a lavoro effettuato, che mettono in crisi le cooperative e gli enti più piccoli riducendo chi ci lavora a non avere il salario o con drastici LICENZIAMENTI E MOBILITA’…


COME LAVORATRICI E LAVORATORI AUTORGANIZZATE-I NEL COORDINAMENTO DI COOPERATIVE SOCIALI ED ENTI DEL "TERZO SETTORE", PER GLI "OPERATORI E OPERATRICI IN LOTTA", che è la denominazione unitaria utilizzata a Roma, CHE SI BATTE CONTRO LA PRECARIETA’LAVORATIVA, LE TUTELE E I DIRITTI RIDOTTI AL LUMICINO, PER L’APPLICAZIONE DEI CONTRATTI NAZIONALI DI LAVORO, SALARI DECENTI E CONDIZIONI E RITMI DI LAVORO DIGNITOSI, PER FORNIRE UNA SERIE DI SERVIZI DI QUALITA’ (eravamo in piazza 15 anni fa con la Giunta Rutelli, stiamo in mobilitazione anche oggi con la Giunta Alemanno –bis), siamo CONSAPEVOLI CHE A UN BUON LAVORO CORRISPONDE UN BUON SERVIZIO, NON IL CONTRARIO… NON SIAMO DISPOSTI A FARCI USARE COME MASSA DI MANOVRA NE’ DAI PARTITI, NE’ DAI SINDACATI COMPLICI DI QUESTO SISTEMA, NE’ DALLE STESSE DIRIGENZE DI CENTRALI COOPERATIVE, ENTI E STRUTTURE DEL C.D. "TERZO SETTORE", che oggi ci chiamano alla mobilitazione, ma che spesso sono loro stessi FAUTORI DI PRECARIETA’ DISCRIMINAZIONI, MANCATO RISPETTO DI DIRITTI E TUTELE PER CHI LAVORA, COMPRESA LA SALUTE E LA SICUREZZA SUI LUOGHI DI LAVORO, che in un settore come questo se non applicata produce malattie professionali, colleghe-ghi che vanno fuori di testa (burn out), disagio e rischi per l’integrità psico fisica.

RIPRENDIAMOCI I DIRITTI DOVE NON APPLICATI CON LA LOTTA, L’AUTORGANIZZAZIONE E LA SOLIDARIETA’ DAL BASSO, a prescindere se si è dipendenti, precari, soci lavoratori….

IL 19 FEBBRAIO DALLE 15 MANIFESTAZIONE CORTEO DA PIAZZA VITTORIO AL CAMPIDOGLIO, IN PREPARAZIONE DELLE CONTESTAZIONI AGLI "STATI GENERALI DI ALEMANNO" del 23 Febbraio.


Coordinamento lav. coop. sociali, enti del terzo settore e aziende e mail coord.terzosettore@email.it fax 06/77201444

Riferimenti tecnici per contatti (usiait1@virgilio.it c/o UnioneSindacale Italiana tel 06/70451981, usb@usb.it c/o Usb)

mercoledì 16 febbraio 2011

Cosa sono questi Stati Generali?

La vetrina che il sindaco Alemanno sta allestendo per presentare in pompa magna alla presenza di Giulio Tremonti e del sultano Berlusconi, progetti improbabili e devastanti che nulla hanno a che fare con le reali necessità della nostra città. Nono sono idee sue ma dei costruttori e dei potenti che vogliono ancora una volta saccheggiare le risorse della città, facendo di Roma LA CAPITALE DEL CEMENTO, DELLA CRISI E DELLA PRECARIETA’.
Si parlerà di radere al suolo Torbellamonaca invece che di riqualificarla; di realizzare “isole artificiali” e di altro cemento da rovesciare sul “Mare di Roma” per fare case ed alberghi di lusso; si parlerà delle speculazioni che già coinvolgono l’EUR come tanti altri quartieri della città; di come regalare le caserme ai privati; di come privatizzare ulteriormente servizi pubblici fondamentali come Acqua, Luce, Rifiuti, Asili e Scuole. Di come spacciare il cosiddetto housing sociale per una soluzione al problema della casa. Di come disegnare a colpi di razzismo una città ancora più fragile ed escludente.




Si parlerà di come S/VENDERE ROMA e i suoi abitanti.






Facciamo i seri! Roviniamo la Vetrina di Alemanno e Berlusconi!






Siamo quelli in difesa dei territori e del verde dall'aggressione del cemento.
Siamo quelli per l'acqua e per i servizi pubblici contro la privatizzazione di Acea, Ama, Atac, degli Asili.
Siamo lavoratori ed utenti scontenti del trasporto pubblico sempre più insufficiente, sempre meno pubblico.




Siamo quelli che si sono veramente stancati di vedere quanti bambini/e rimangono fuori dagli asili pubblici.
Siamo il mondo della cultura a cui si continuano a tagliare fondi e a chiudere spazi.
Siamo quelli che non riescono a pagare affitti e mutui e reclamano case popolari.


Siamo precari e precarie che reclamano tariffe sociali e reddito garantito per tutti e tutte.

mercoledì 9 febbraio 2011

JOY, I CIE E LE DONNE “PERBENE”

Il 2 febbraio, il tribunale di Milano, paladino della democrazia(!?), ha assolto
l’ispettore di PS Vittorio Addesso dall’accusa di violenza sessuale nei confronti di
Joy.

Lo Stato si è autoassolto. La sentenza ha ribadito l’immunità e l’impunità delle istituzioni in divisa ogniqualvolta queste agiscano; violenza, immunità ed impunità
che fanno parte dell’insieme dei privilegi che i “tutori dell’ordine” hanno come
contropartita dei loro servigi.

Ma non è solo questo: la sentenza è una modalità del controllo sociale. Il sistema
intende rimarcare l’inutilità e l’impossibilità della ribellione da parte degli oppressi e renderne evidenti i rischi che questi ultimi corrono nel rivendicare
giustizia.

Su Joy e Hellen pende una denuncia per calunnia e questa sentenza apre scenari
preoccupanti. Ma la sentenza apre anche ad una serie di considerazioni estremamente
attuali. Le donne rinchiuse nei Cie sono prostitute, prostitute vittime di tratta e
lavoratrici migranti di altro tipo che hanno perso il lavoro o sono diventate
irregolari per qualche motivo, ma, lì dentro, perdono ogni identità e diventano tutte “puttane”, nel senso preciso che questa società patriarcale attribuisce al termine.

Sono bottino di guerra e, come vinte, come nuove schiave, devono essere disponibili
ad ogni tipo di richiesta di prestazione sessuale esercitata da chi è preposto al
controllo e alla gestione di quei luoghi e, quindi, nella veste ufficiale di
rappresentante delle istituzioni.

Perchè le “prestazioni sessuali” che le donne e le trans rinchiuse nei Cie devono
fornire, in una condizione di ricattabilità e di soggezione, per ogni più piccola
necessità, non scandalizzano le donne “perbene” della così detta sinistra?
Perchè non c’è una mobilitazione con appelli sui giornali e dichiarazioni di fuoco,
dato che un rappresen-tante delle istituzioni, accusato di violenza sessuale è stato,
guarda caso, assolto, nonostante l’incidente probatorio dell’8 giugno ed il rinvio
a giudizio con rito abbreviato?

Perchè nessuna di queste si indigna per l’uso del corpo delle donne nei Cie, donne
soggette ad un’inestricabile e preciso intreccio di oppressioni di razza, genere e
classe e per le violenze che su di loro vengono quotidianamente perpetrate?

Azzardo qualche ipotesi?
Perchè i Cie sono stati istituiti dal centro-sinistra come Cpt, “migliorati” e supportati con la legge sul reato di immigrazione clandestina dal centrodestra ed
entrambi gli schieramenti sono in assoluta sintonia sui principi che li informano, da
quello della detenzione per condizione, a quello di strumento di controllo del
mercato del lavoro, passando attraverso le guerre neocoloniali, dirette ed
indirette, che provocano l’esodo di massa delle popolazioni del terzo mondo.

Perchè non c’è nessun ritorno politico. Come possono i partiti e i partitini della
così detta sinistra usare la violenza di genere nei Cie come arma di ricatto verso il
primo ministro ed il suo governo, se ne sono corresponsabili?

Allora perchè questo sdegno per i comportamenti sessuali del premier e l’uso del
corpo delle donne e nes-suno sdegno per i ricatti sessuali all’interno dei Cie verso
donne, oltre tutto, non libere, ma costrette?
Perchè sui Cie non è possibile nessuna strumentalizzazione politica.
E, allora, è palese che l’indignazione per l’uso del corpo delle donne che viene
portata in piazza il 13, è solo strumentale.

Ma sarebbe niente. E’ che questo è veramente dannoso per tutte le donne, per la nostra dignità e per le nostre lotte.

Elisabetta

da: www.asloperaicontro.org