mercoledì 27 febbraio 2008

Comunicato di una compagna di Genova sulla difesa della 194

Sabato 23 febbraio si è svolta a Genova, come in tutta Italia, una manifestazione in difesa della legge 194 gravemente minacciata da istituzioni corrose dalla chiesa cattolica.

In piazza circa 3000 persone, forte presenza maschile ed età media ben al di sopra dei 40.
Quasi del tutto tristemente assenti, quindi, i giovani.
Gli attacchi recenti alla L 194 dovrebbero far riflettere e provocare la reazione da parte di tutte le donne e di tutti gli uomini con capacità di pensiero.

A Genova la situazione è già critica: dei 3 maggiori ospedali cittadini, uno non pratica l’aborto e nei restanti due è praticato da un solo medico, costringendo così le donne a penosi pellegrinaggi alla ricerca di un medico che non le reputi criminali indegne di considerazione.

Noi donne DOBBIAMO essere libere di decidere del nostro corpo, non si può permettere a NESSUNO di arrogarsi il diritto di scegliere per noi, tanto meno alla chiesa cattolica che da secoli considera il corpo femminile quanto un mero contenitore.

Dal 78, anno in cui l’aborto è stato legalizzato, la mortalità per interruzione di gravidanza, in Italia, è scomparsa e sono drasticamente diminuiti anche gli interventi.

Come si può accettare questa ossessione per l’embrione da parte di ipocriti che nulla obiettano su guerre che vedono tra le prime vittime proprio i bambini e le donne.
Che si pronuncino contro la violenza, quella vera che si esprime sotto varie forme, violenza di stato sui manifestanti, violenza sulle donne, violenza sulla popolazione più povera costretta a sopravvivere con pensioni misere e senza alcun sostegno.

Questa è la vera violenza, non quella che noi donne siamo accusate di rivolgere ad un embrione quando in realtà siamo le prime a soffrire per una scelta tanto dolorosa!

Un grazie ai compagni uomini che ci accompagnano nel percorso e che non osano pronunciarsi sui nostri sentimenti e sulla nostra libertà, l’inizio di una dura lotta a tutti coloro che proveranno a toglierci la libertà sui nostri corpi conquistata dopo anni di battaglie!

Antonella

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