Maggio 2009
Ne abbiamo sentite di tutti i colori su Zuma. Zuma è un grande, oppure Zuma è terribile. Un eroe oppure un criminale. Un socialista oppure un 'moderato'. Sembra che le elezioni siano state tutte per Zuma, Zille (Helen Zille, leader della DA-Democratic Alliance ed oppositrice di Zuma, ndt) e forse poche altre personalità di spicco.
Posto che si tratti davvero di un'elezione decisiva, per discutere del suo significato per i poveri ed i lavoratori, dobbiamo discuterne in termini di personalità di spicco. Come è successo non solo sui media: ma è quanto ne pensava le gente comune già anni prima della scadenza elettorale.
Basta guardare al ruolo del Cosatu (Congress of South African Trade Unions, ndt), la più grande organizzazione dei lavoratori nel paese. L'appoggio del Cosatu a Zuma mostra chiaramente le grandi difficoltà ideologiche della sua leadership. Dopo la sua vittoria a Polokwane (capoluogo della provincia di Limpopo, dove Zuma ha ottenuto la candidatura nel congresso dell'ANC, ndt) Zuma ha, di volta in volta, assicurato la classe capitalista internazionale che la politica economica non sarebbe cambiata sotto la sua amministrazione, e che il paese - sotto la direzione di un governo dell'ANC (African National Congress, il partito di Nelson Mandela, ndt) a guida Zuma - avrebbe continuato l'impegno a favore delle politiche neoliberiste del governo precedente. Nonostante i media capitalisti abbiano rappresentato Zuma come un socialista, da cui l'accettazione al buio della sua candidatura da parte del Cosatu e del SACP (South African Communist Party, ndt), Zuma è un capitalista neoliberista a tutto tondo. All'indomani della vittoria elettorale dell'ANC e della caduta delle accuse (di corruzione, ndt) contro Zuma, le quotazioni del Rand si sono rafforzate. Questo mostra come gli sforzi di Zuma per rassicurare i capitlisti globali sul fatto che l'economia non sarebbe cambiata sotto la sua direzione, non sono stati vani; la classe dominante internazionale non vede in Zuma un socialista, ma niente altro che un neoliberista. Il che conferma ancora una volta la bancarotta ideologica dei dirigenti del Cosatu e del SACP; i quali ormai non hanno più un'idea di cosa sia il socialismo e di cosa significhi essere socialisti.
Infatti secondo le analisi idealistiche ed individualiste degli alleati dell'ANC, una volta sostituito il presidente uscente Thabo Mbeki col meno autocratico Jacob Zuma, ci dovrebbero essere maggiori opportunità per i dirigenti del Cosatu e del SACP di influenzare il processo decisionale del governo e di poter mettere bocca sulle questioni politiche. Come ha detto Zuma durante il suo discorso inaugurale, si tratta di un “momento di rinnovamento”. Per i vincitori del dopo-Polokwane, che ora si stanno mettendo in fila per saccheggiare le casse dello Stato, non è rilevante che gli scopi borghesi e capitalisti dell'ANC risalgano senza dubbio alla sua fondazione del 1912 e da allora non sono mai mutati, fatta eccezione per la sua svolta neoliberista, dato che il neoliberismo è la forma dominante del capitalismo dei giorni nostri. Ed anche questo non è successo a partire dal 1996: il RDP (Reconstruction and Development Program, ndt) era già pieno di elementi neoliberisti. Ed il passo verso il neoliberismo venne sostenuto dall'intera dirigenza dell'ANC, fra cui spiccava la figura di Zuma.
Perciò, cosa significa che, innanzi tutto, queste elezioni si sono giocate sul terreno delle grandi personalità invece che sul terreno delle scelte politiche e, in secondo luogo, che Jacob Zuma sia emerso come il vincitore?
Il fatto che queste elezioni siano state gestite soprattutto tra le personalità politiche dimostra quanto tenui siano le differenze politiche tra i vari partiti in lizza ed in particolare tra i partiti più grandi. Tutti i partiti in gara rappresentano gli stessi interessi di classe dell'ANC, ed è dunque futile fare campagne sui temi politici quando la politica di un partito è abbastanza simile a quella del suo vicino. Tutti e ciascuno dei partiti maggiori, come pure la maggioranza dei partiti più piccoli ed insignificanti -che ora stanno per scomparire- sostengono il GEAR (Growth,Employment and Redistribution, patto concertativo tra governo e sindacati 1996-1998, ndt) e le politiche neoliberiste attualmente in corso. Qualcuno, come la DA, vorrebbe privatizzazioni più veloci e così via, ma nessuno si sogna di mettersi contro il capitalismo.
Eppure una grande parte della classe lavoratrice si è fatta prendere da questa idea che Zuma cambierà le cose. Perchè lui è più vicino alle gente ed ha i piedi per terra più di Mbeki, la gente vuole pensare che Zuma farà le cose in modo diverso, in un modo che farà la differenza. Ma noi sappiamo che non sono queste le sue intenzioni; e probabilmente non potrebbe anche se volesse.
L'economia globale si trova ora nella sua peggiore crisi dagli anni '30. Milioni di posti di lavoro sono andati perduti in tutto il mondo, fra cui le centinaia di migliaia in Sud Africa, e ci si aspetta ancora moltissime chiusure di aziende, anche a breve termine. L'amministrazione Zuma non ha avuto fortuna nell'andare al potere in un periodo in cui, a causa della crisi, sarà molto difficile destreggiarsi. Le banche e le corporazioni stanno cercando di recuperare il denaro perduto o di mantenere i livelli di profitto, il che significa maggiore sfruttamento per i lavoratori. Allo stesso modo gli Stati stanno tagliando la spesa sociale, con conseguente riduzione dell'erogazione dei servizi. La crisi economica renderà difficile per Zuma mantenere le sue promesse - ammesso che volesse veramente farlo - ma gli servirà anche come giustificazione. Alla fine del suo mandato, potrà dire che è stata tutta colpa della crisi economica, che è al di fuori del controllo della sua amministrazione, e che gli ha impedito di raggiungere i suoi obiettivi; e convincerà l'elettorato a dargli un altro voto per la presidenza per riprovarci ancora. Nel frattempo sono i poveri e la classe lavoratrice che stanno pagando per la crisi dei padroni, con forti ricadute sul lavoro e sulle condizioni di vita.
In questo contesto, una delle prime cose che ci si aspetta dall'amministrazione Zuma è che punterà sui mondiali di calcio del 2010 come mai finora. Faranno un sacco di demagogia sui posti di lavoro che si stanno creando e di quanto bene faranno all'economia. I lavoratori saranno impegnati a tempo pieno ed in condizioni rischiose per la sicureza per assicurare che gli stadi saranno completati nei tempi previsti, e poi? Migliaia di turisti verranno da oltreoceano per vedere giocare i Bafana Bafana ( "I ragazzi", in lingua zulu, ma anche "gli uomini" in lingua xhosa, nomignolo dato alla nazionale di calcio sudafricana, ndt) ed essere eliminati al primo turno; poi tutti se ne torneranno a casa e tutti i posti di lavoro creati non serviranno più. Il governo nel frattempo avrà speso miliardi di rand per una Coppa del mondo che dura poche settimane, anzichè investire nella creazione di lavoro sostenibile e nell'erogazione di servizi sociali. Dobbiamo lavorare per denunciare queste cose e tra l'altro per far sì che vengano stabilizzati i posti di lavoro creati per il 2010, il che comporta la costruzione di un movimento militante nella classe lavoratrice.
La campagna che ha messo in contrapposizione Zuma a Mbeki ha fatto fare dei passi indietro alla militanza all'interno della classe lavoratrice, i giovani - tra gli altri - ingannati dalla pseudo-militanza di personaggi come Julius Malema (presidente dei giovani dell'ANC, ndt), come molta gente che ha associato la mancanza di servizi a carenze dell'amministrazione Mbeki, hanno fatto la campagna per farlo fuori e per portare Zuma al potere. Persino i movimenti sociali si sono persi nel sostegno al culto di Zuma, che è servito ad espropriare e ad ammansire la militanza di classe tra i lavoratori per trascinare la gente nella battaglia tra le personalità invece che sulle lotte collettive e quotidiane per una vita migliore.
Quando sarà chiaro per tutti che Zuma e la sua amministrazione non sono la soluzione, e che loro nei fatti non sono in grado nè vogliono cambiare le cose, speriamo che ci sia una ripresa di militanza di classe tra i lavoratori, e speriamo che sarà genuina coscienza di classe e militanza rivoluzionaria.
Ma intanto quanta gente comune vedrà la propria vita colpita dalle avversità delle politiche economiche neoliberiste e dall'atteggiamento sciovinista della amministrazione Zuma, che nel frattempo si sarà dimostrata incapace di garantire una vita migliore per tutti? Quanti lavoratori intanto perderanno il loro posto di lavoro a causa della crisi economica; quanti altri omosessuali ed immigrati verranno uccisi; e quante altre donne violentate?
Noi sappiamo che Zuma è uno sciovinista, un patriarca neoliberista, e la sua ascesa al potere non porterà niente di buono per le donne, per gli immigrati, per gli omosessuali e per la classe lavoratrice in generale.
Bisogna fare della richieste chiare alla amministrazione Zuma, specialmente alla luce dell'attuale crisi economica. Dobbiamo chiedergli di mettere fine alla chiusure delle aziende, dobbiamo sostenere organizzazioni sindacali come il Cosatu quando gli faranno le stesse richieste; sebbene noi siamo anche dell'avviso che i sindacati abbiano bisogno di strategie e tattiche molto più conflittuali per sostenere queste richieste. Occorre continuare a cercare di costruire i movimenti sociali facendo campagne per l'erogazione dei servizi, per tenere il governo sotto controllo e per fare pressione su Zuma perchè mantenga le sue promesse. Dobbiamo lavorare per denunciare il carattere omofobico, sessista, anti-operaio ed antipopolare della nuova amministrazione.
I movimenti sociali, come l'intera classe lavoratrice, hanno preso una batosta nel credere che un individuo al potere, un leader, potesse cambiare le cose a loro favore. Il culto della personalità, come quello che circonda la figura di Zuma esiste anche all'interno dei movimenti sociali, ed è necessario opporvisi. E' ideologia della classe dominante, degli opportunisti e degli autoritari quella che crede che un singolo leader -o un gruppo di dirigenti - possa migliorare le condizioni della classe lavoratrice e dei poveri. Il culto della personalità e del ceto dirigente viene costruito allo scopo di tenere il popolo lontano dalla gestione diretta delle cose che lo riguardano, lontano dalle lotte collettive e dalla azione diretta di massa. E questo è esattamente ciò che queste elezioni, e tutte le altre elezioni, cercano di fare: tenere il popolo lontano dalla lotta collettiva, persuadendolo che, mettendo una croce su un pezzo di carta ogni 5 anni, votando per un partito o per una pesonalità, si contribuisce alla vita politica del paese ed al miglioramento di classe.
Noi anarchici abbiamo sempre respinto questa ideologia della classe dominante, perchè sappiamo che l'emancipazione della classe operaia non dipende dal voto per gente che governerà in nostro nome, sia a livello nazionale che locale. L'emancipazione del popolo viene dall'autogestione e dalla azione diretta di massa della classe in lotta. Solo la classe lavoratrice può liberare se stessa.
Quasi tutta l'anima militante dei movimenti sociali in Sud Africa ha preso una posizione per il boicottaggio rispetto alle recenti elezioni. Crediamo sia questa la posizione corretta, l'abbiamo fortemente sostenuta e continueremo a farlo in vista delle elezioni locali del 2011.
Il nostro compito è ora soprattutto intervenire contro le politiche anti-operaie ed anti-popolari che farà l'amministrazione Zuma, spingere per l'azione diretta in contrapposizione all'elettoralismo ed alla collaborazione di classe, sostenere tutte le richieste ed i movimenti progressisti ed impegnarsi decisamente nella costruzione dei movimenti sociali e di un sindacalismo indipendente.
Presto o tardi il popolo vedrà che Zuma li ha ingannati. Mettendo a nudo le contraddizioni tra ciò che Zuma dice di voler fare per la classe lavoratrice e per i poveri e ciò che Zuma dice e fa per la classe dominante, possiamo accelerare questo processo. Occorre lavorare ora per rafforzare i movimenti sociali, i sindacati indipendenti attraverso l'azione diretta allo scopo di fornire un polo di attrazione per i militanti di classe tra i lavoratori, affinchè quando la luna di miele con Zuma prima o poi finirà, questi militanti non siano riportati ad un approccio riformista o verso il sostegno ad un partito politico o ancora nel culto della personalità, ma verso una direzione più pericolosa.
Nè Zuma, nè Zille, nè nessun altro può liberare i poveri e la classe lavoratrice. Siamo noi che dobbiamo farlo.
Link correlato: http://www.zabalaza.net
ZACF - Zabalaza Anarchist Communist Front - Sud Africa
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)
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