A Roma la mattina del 1 settembre è stata sgomberata l'occupazione abitativa più grande della città.
Soprannominata il Regina Elena, edificio ubicato nei pressi dell'Università la Sapienza, conteneva circa 350 nuclei famigliari multietnici.
Le forze dell'ordine sono arrivate verso le 5,00 del mattino e con gli autobus dell'ATAC hanno portato via gli abitanti dividendoli in 3 "residence" abitativi dell'ultimo tipo (Cameroni dove le persone sono state stipate divise per sesso), ovviamente lontanissimi dal decoro urbano del centro città.
Le tre più grandi organizzazioni di lotta per la casa di Roma (tutte e tre delle quali erano nell'occupazione del R. Elena) hanno organizzato un presidio sulla piazza del Campidoglio e 9 di loro sono saliti sul tetto della pinacoteca capitolina che si affaccia sulla piazza del Campidoglio.
Insieme ai compagni del Laboratorio Sociale La Talpa siamo andati a portare la ns solidarietà. Per ora la situazione è tranquilla. Questa mattina ci dovrebbe essere l'incontro con l'assessorato alle politiche sulla casa, mentre Alemanno, abbiamo appreso ieri, è in missione in quel di Lourdes.
La cosa interessante è che alcuni di questi residence sono gestiti da una confraternita religiosa che ora riceverà un bel pò di soldi pubblici per "l'accoglienza".
Il Comune di Roma, per far finta di risolvere l'emergenza abitativa, versa più di 30 milioni di euro di affitto all’anno ai privati (tra cui molte comunità cattoliche), piuttosto che investire nell’edilizia residenziale pubblica o in iniziative di autorecupero, meno dispendiose e più funzionali.
Molti dei bambini erano gia stati iscritti alle scuole vicine al Regina Elena per cui oltre al danno di non avere più la loro intimità famigliare, rischiano di perdere l'anno scolastico.
mercoledì 2 settembre 2009
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