venerdì 31 luglio 2009

REGIONE: POLIZIA E CARABINIERI CARICANO I MOVIMENTI DI LOTTA PER LA CASA. FERMI E FERITI, MA STRAPPANO L'INCONTRO CON IL PRESIDENTE MARRAZZO.

Un altra manifestazione di eroico comportamento delle forze dell'ordine di fronte a pericolosi terroristi.

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REGIONE: POLIZIA E CARABINIERI CARICANO I MOVIMENTI DI LOTTA PER LA CASA. FERMI E FERITI, MA STRAPPANO L'INCONTRO CON IL PRESIDENTE MARRAZZO.

I movimenti per il diritto all’abitare hanno subito una durissima carica da parte dei carabinieri davanti la sede della regione Lazio, in via della Pisana. Diversi i fermati e i feriti tra i manifestanti, tra i quali ci sono anche molti bambini. Un gruppo è riuscito a entrare all’interno della sede della regione e si è asserragliato nell'aula della commissione Casa, interrompendone i lavori.

Anche dentro si sono verificate cariche e si registrano diversi feriti tra i manifestanti. La regione Lazio vuole chiudere in fretta e furia la proposta di legge sulla casa approvata dalla Giunta, senza prendere in considerazione le obiezioni sollevate dai movimenti, compresa la possibilità di rinviare il tutto a settembre costruendo un percorso partecipato nell’approvazione della legge.

Questo comportamento ci ricorda le modalità di Veltroni durante l’approvazione del Piano Regolatore Generale. Anche in quell’occasione i movimenti provarono a sollevare l’inadeguatezza e i limiti evidenti sul fronte dell’emergenza abitativa, mentre le necessità dei costruttori venivano ampiamente considerate.

Come allora, le uniche risposte sono le manganellate delle forze dell’ordine. Dopo tre ore di blocco di via della Pisana, blocco del raccordo anulare e una pressione costante sui consiglieri e assessori regionali, i movimenti hanno strappato un incontro con il presidente Marrazzo che avverrà tra pochi minuti. Nel frattempo, centinaia di persone sono rientrate nell'area del parcheggio della Pisana e hanno ripreso il sit-in di massa.

INVITIAMO TUTTI I MOVIMENTI, I CENTRI SOCIALI, LE OCCUPAZIONI, I COMITATI E LE ASSOCIAZIONI A RAGGIUNGERE IL PRESIDIO ALLA PISANA!
CHIEDIAMO IL RILASCIO IMMEDIATO DI TUTTI I FERMATI!

Rete dei movimenti romani per il diritto all’abitare
Roma, 31 luglio 2009

Da Rovereto l'ennesimo esercizio del potere dello Stato assassino

Rovereto - Carabinieri assassini - blocchi

In risposta alla morte in carcere di un uomo di 48 anni (vedi ilvolantino allegato), oggi una trentina di compagni - a cui via via si sono uniti solidali e amici - ha bloccato per due ore diverse vie della città, mentre venivano fatti interventi al megafono, distribuiti volantini e affissi manifesti.

Sullo striscione c'era scritto "Stefano è stato ucciso. Carabinieri e carcere assassini". Dopo le strade, per circa venti minuti sono stati bloccati due treni in stazione e poi di nuovo un corteo spontaneo ha chiuso corso Rosmini (il viale principaledi Rovereto) con materiale vario recuperato nei cantieri a fianco. Nonpoteva mancare un saluto solidale ai detenuti.

I carabinieri non sisono fatti neanche vedere (un'auto dei militi è rimasta bloccata dai manifestanti e se ne è andata in tutta fretta...). La polizia, benché avesse indossato minacciosamente i caschi e impugnato i manganelli, siè tenuta sempre a distanza. Oggi non era aria.
Solidale la reazione dimolti passanti e automobilisti e anche dei passeggeri dei treni.

Questa morte non passerà nel silenzio.
In allegato il volantino distribuito.
anarchiche e anarchici

STEFANO È STATO UCCISO
CARABINIERI ASSASSINI
Martedì scorso, verso sera, Stefano Frapporti, detto “Cabana”, viene fermato a Rovereto da due carabinieri in borghese perché era passato col rosso in bicicletta. I militi cominciano subito a strattonarlo e a picchiano davanti ad amici e conoscenti; lo trascinano in caserma e poi perquisiscono casa sua, dove trovano un po’ di fumo.

Lo arrestano senza permettergli – né in caserma né in carcere – di avvisare l’avvocato oppure qualche parente. La mattina dopo lo trovano impiccato in cella, al collo il cordino della tuta (che perregolamento non potrebbe avere con sé).
Ai famigliari non viene mostrato il corpo, che viene trasportato in fretta, subito dopo il funerale, verso la camera di cremazione (non sappiamo se la salma siagià stata cremata).

Questa storia fa acqua da tutte le parti. Due carabinieri in borghese che aggrediscono qualcuno per un semaforo rosso non rispettato, un arresto non comunicato, un “suicidio” compiuto con parti di vestiti che un detenuto non potrebbe avere quando arriva in cella, una salma che non viene mostrata ai famigliari, una cremazione non decisa dalla famiglia.

A questo aggiungiamo che un’altra persona è stata arrestata subito dopo Stefano, sempre per fumo, e che in carcere aveva sul corpo i segni evidenti di un pestaggio. Da notare infine il silenzio dei giornali, rotto solo quattro giorni dopo il “suicidio” per dire che la “procedura dell’arresto è stata ineccepibile” (mettiamo le mani avanti?), salvo poi rivelare – vedi il“Trentino” di oggi – alcune perplessità (affermando però allo stesso tempo che i risultati dell’autopsia confermeranno “fuori di dubbio” che Stefano si è impiccato).

A noi sembra invece “fuori di dubbio” che se non è stato ucciso incarcere, è stato pestato in caserma (motivo per cui i famigliari non sono stati avvertiti prima ed è stato poi impedito loro di vedere ilcorpo). Di fronte alla denuncia della famiglia, ora corrono ai ripari aprendo un’inchiesta. Una bella inchiesta. Come quelle sulle torture a Genova...

Sappiamo per certo che non è la prima volta che nella caserma dei carabinieri di Rovereto – come nelle caserme e questure di tutto ilmondo – avvengono pestaggi. Per noi le responsabilità della morte di “Cabana” ricadono sui carabinieri che hanno condotto questa “brillante operazione”. Se non hanno stretto il cordino attorno al collo di Stefano, hanno fatto tutto il possibile perché se lo stringesse da sé. È entrato in caserma vivo martedì sera, mercoledì mattina è uscito morto da una cella di via Prati. Punto.

Per questo diciamo che sono degli assassini. Non possiamo accettare tutto questo. Accettarlo vorrebbe dire rinunciare ad ogni slancio del cuore, ad ogni sussulto di dignità, ad ogni sentimento di solidarietà.
Non possiamo permettere che la normalità cittadina proceda come se niente fosse.

Rovereto, 28 luglio 2009
anarchiche e anarchici

martedì 21 luglio 2009

Alternativa libertaria Sicilia




E' uscito Alternativa Libertaria Sicilia.

Mensile della Federazione dei Comunisti Anarchici siciliani, scaricabile o stampabile dal blog:


Articoli contenuti:

- NESSUNA PASSEGGIATA NEL GRAN PARCO DELLA MEDIAZIONE SOCIALE MA CONFLITTO DI CLASSE CONTRO IL SISTEMA, IL CAPITALE, IL FASCISMO.

- LA LOTTA AL RAZZISMO COME STRUMENTO DI COSTRUZIONE DI UNA SOCIETÀ INTERCULTURALE, INTERETNICA, INTERNAZIONALISTA (doc. del 72° CdD FdCA)

- Contrastare l'impoverimento delle classi lavoratrici,arginare il razzismo, sviluppare la democrazia diretta nelterritorio. (doc. del 72° CdD FdCA)

- MUJER LIBRE (a cura di una compagna)

- Gas! Gas!…. Tovarich Gheddafi! (zatarra)

- Coordinamento contro la repressione per i diritti.

- La Compagnia dei Fuocolieri.

- Con il Pacchetto (IN)sicurezza:le leggi razziste e le ronde di partito. ( a cura del compagno Roberto della sezione FdCA di Palermo)

martedì 14 luglio 2009

Antifascismo ai Castelli Romani

Pubblichiamo dai Castelli Romani.
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Nuovo volantinaggio antifascista a Grottaferrata - Polizia e Carabinieri presidiano il comune e provocano i/le compagni/e


Lunedì 13 luglio c'è stato un nuovo volantinaggio di massa contro l'occupazione di Craxi Pound appoggiata dalle istituzioni locali

I Castelli Romani rifiutano i servi di Casa Pound e Blocco Studentesco che, grazie agli appoggi istituzionali del Comune di Grottaferrata principalmente con un assessore in cui sono in stretto contatto, hanno preso possesso di un centro sportivo in località "La madonnella".
Se pensano di fare ai Castelli quello che stanno facendo a Roma da anni, si sbagliano di grosso loro, i loro padroni ed i loro referenti istituzionali.

Aiutati da diverse camionette della celere, la scorsa settimana sono riusciti a organizzare un aperitivo al quale ha preso parte il loro infame "presidente", ben protetti dagli uomini in divisa.
Lunedì mattina una trentina di compagni e compagne dei Castelli sono tornati di nuovo nelle strade di Grottaferrata, come già era stato fatto in altre occasioni (l'ultima solo due giorni prima), per parlare con la gente e spiegare chi sono i topi di fogna di Base 22, quali sono le loro idee e i loro scopi lucrosi.

E' stata anche la prima occasione per pubblicizzare il corteo antifascista che si svolgerà sabato 18 luglio, con ritrovo alle 17.00 in piazza De Gasperi (nei pressi dell'inizio del Corso di Grottaferrata per intenderci).
Moltissime persone che si recavano al mercato settimanale hanno chiesto informazioni e hanno espresso la propria contrarietà alla presenza di Merda Pound, che del resto è conosciuta anche ai Castelli Romani in senso negativo per le infamate dei propri burattini.
Da lì ci siamo poi recati presso il palazzo del Comune, trovando schierati sia carabinieri, che polizia e guardie in borghese.

Saliti la lunga scalinata siamo stati fermati dal funzionario di polizia che coordinava i suoi sottoposti, intimandoci di non procedere oltre, nonostante gli dicessimo che noi al Comune possiamo e vogliamo entrare per parlare con gli amministratori locali del loro sostegno ai fascisti.

La poliziotta ha subito indentificato il compagno con cui stava principalmente discutendo e poi ha dichiarato che lei era stata chiamata da Genzano per questa operazione.
Ha esclamato ad alta voce che noi stavamo facendo una manifestazione non autorizzata e che ci eravamo incolonnati in corteo...sulle scale!!! gli abbiamo fatto notare:
- che stavamo solo volantinando;
- che sulle scalinate non possiamo camminare a cavacecio l'uno sull'altro;
- che si doveva togliere di mezzo e lasciarci passare.

Per tutta risposta ha detto "io sono la polizia, voi non potete passare".
Sentendosi mancare di rispetto reverenziale ci ha poi ricordato "io sono una donna".
Quindi lei poteva fermarci in quanto disponeva dell'autorità che nessuno di noi gli ha conferito...

Una delegazione di alcuni compagni/e è salita per parlare con i responsabili politici del Comune di Grottaferrata mentre la poliziotta domandava ai suoi ad alta voce "E adesso questi dove li mettiamo???".

A quel punto c'è stata una nuova reazione verbale dei compagni che hanno ripreso la tipa facendogli notare che noi non ci saremmo messi da nessuna parte secondo i suoi ordini, visto che non siamo oggetti da spostare a piacimento.
La tensione è scemata, in attesa del ritorno della delegazione dei compagni, ma la soggettona del commissariato di Genzano ha nuovamente dimostrato di che pasta sono fatti lei e i suoi sgherri, con i quali alcuni discutevano animatamente a proposito di sgomberi e infamate varie (alcuni pare siano stati riconosciuti in queste attività da veri eroi e per questo presi un pò di mira).

Ad un ceto punto lei ha detto, testuali parole "A noi ci chiamano per intervenire in quanto siamo la forza pubblica e non l'intelligenza pubblica".
Di questo ce ne eravamo accorti un pò tutti, ma sentirselo dichiarare da un commissario di PS pubblicamente ci da un minimo di soddisfazione...

Una volta che la delegazione è tornata, spiegandoci quale speculazione si nasconde dietro l'occupazione delle merde (che potrebbero essere allontanati solo per poi fare ritorno come associazione quando sarà ristrutturato l'impianto occupato, assegnatogli da un assessore loro amico oppure tramite bando di concorso guidato...), ce ne siamo andati.

A quel punto alcun* notano una signora distinta sulla cinquantina che sta riprendendo con una telecamera digitale 4 compagni/e. Le vengono chieste spiegazioni e lei fa la vaga, rigugiandosi all'interno del comune dal quale uscirà pochi minuti dopo.
Fingerà poi di vedere una vetrina, di farsi un giro al parcheggio del mercato per poi risalire verso il comune e incontrarsi a metà strada con un altro tizio della stessa età con una fotocamera in mano.

Resteranno entrambi chiusi nel garage custodito proprio all'inizio della scalinata che porta al palazzo comunale, dal quale l'uomo si affaccerà più di una volta per vedere se i compagni se ne sono effettivamente andati. Dopo quasi un'ora, prendono la loro auto e per non farsi notare provano a uscire dall'ingresso infilando la retromarcia e percorrendo così la stradina a senso unico contromano.

Rincorsi, è stata presa la loro targa.
Presumibilmente si trattava non di guardie vere e proprie, ma di spie mandate lì per conto dei fascisti e/o del comune.

Politici, guardie, spie...ecco chi sono gli amici della "gioventù ribelle e anticonformista".

I fascisti possono cambiare sembianze, chiamarsi diversamente, fare le trasmissioni su Rino Gaetano e de André ma merde sono e merde restano.

Ci si vede al corteo di sabato.

giovedì 9 luglio 2009

Libertà per Teresa

Potrebbe sembrare una storia personale, di una povera vecchietta ingannata al fine di strappargli la casa a tutto vantaggio degli amici degli amici.
Ma la storia di Teresa è emblematica di questi tempi, è la storia di come oggi lo Stato, riprodotto a tutti i livelli territoriali, contravvenga sempre di più alle sue stesse regole.

Riceviamo dai compagni e dalle compagne del Laboratorio Sociale la Talpa il seguente comunicato e invito.


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libertà per Teresa

Ecco come la destra “tutela” gli anziani...Fiumicino: a 95 anni vai in casa di cura anche sei sano di mente, lo decidono il Sindaco e gli assistenti sociali.

Sembra impossibile che nel 2009 una donna di 95 anni autosufficiente e in grado di intendere e volere possa essere letteralmente sequestrata dalla propria abitazione e rinchiusa, contro la sua volontà,in una casa di cura per malati di mente. Invece succede nelle case popolari di Via Vistola n° 2, nel Comune di Fiumicino, di fronte agli occhi increduli dei vicini di casa che provano anche ad impedire ai servizi sociali di portare via Teresa, che a 95 anni, un carattere battagliero, si è opposta inutilmente con tutte le sue forze a quel sequestro in piena regola.
E' una storia di diritti negati e soprusi, quella di Teresa, che mette in luce ancora una volta la carenza dei servizi alla persona nel nostro paese e pone anche l'accento sull'arbitrarietà con cui un sindaco come quello di Fiumicino, che un paio di anni fa ha intolato una piazza al gerarca fascista Ettore Muti e un'assistente sociale senza scrupoli, possano rendere impossibile la vita di un soggetto svantaggiato e, almeno apparentemente, indifeso.

Apparentemente, perchè per fortuna i vicini di casa che da anni hanno a cuore le vicessitudini di questa anziana signora e che in molte circostanze hanno sopperito alle carenze dei servizi sociali, proprio non ci stanno a saperla rinchiusa e si sono rivolti ad un legale del movimento romano per aiutarla a riappropriarsi della propria dignità.
Il legale, che ha fatto visita a Teresa nella casa di cura dove è rinchiusa da ormai tre mesi, conferma l'estrema lucidità di questa donna e riferisce che dagli atti di cui ha preso visione presso il tribunale di Civitavecchia da cui è partita questa vicenda Kafkiana, si evince che le procedure utilizzate per rinchiudere Teresa sono piene di irregolarità e quanto meno sospette....
Infatti, dopo la morte del suo compagno, Teresa iniziava ad usufruire dell'assistenza domiciliare di un'ora al giorno per 5 giorni a settimana da parte della cooperativa Colonna. Assistenza che consisteva nel fare la spesa e darle un aiuto nelle pulizie domestiche. Certo un'ora al giorno è insufficiente per garantire adeguata assistenza ad un'anziana signora, ma Teresa,fortunatamente ha sempre goduto di ottima salute e, inoltre, ha sempre potuto contare sul sostegno delle vicine di casa che la accompagnavano a ritirare la pensione, la aiutavano nelle pulizie un po' più complesse e la sera le facevano compagnia.

Tutto bene fino a giugno 2008, quando una delle vicine scopre che l'assistente sociale, tale Lucia Comella, sta avviando le pratiche per trasferire Teresa in una casa di cura e, infatti, una mattina arrivano i servizi sociali e gli addetti del canile municipale per portare via sia lei che il cane regalatole anni prima dalla Cooperativa Colonna per tenerle compagnia. Teresa si barrica in casa insieme alle vicine e dopo ore di resistenza da parte loro e minacce da parte dei carabinieri sopraggiunti su richiesta dei servizi sociali, Teresa ha la meglio.

Sembra finita, ma non è così: la zelante assistente sociale si rivolge al Tribunale di Civitavecchia che, con sentenza del giudice Stefania Ciani, nomina il sindaco di Fiumicino tutore di Teresa e questi, a sua volta, nomina l'assistente sociale, “amministratore delegato “ (?) di Teresa. Da quel momento, Teresa non può più ritirare la sua pensione. Per mesi e mesi, il cibo e tutto l'occorrente per tirare avanti le sono garantiti solo grazie all'aiuto economico delle vicine di casa.

L'assistente sociale che ormai ha delega per riscuotere e amministrare la pensione, si limita a pagare le bollette. Null'altro. Finchè una delle amiche di Teresa sporge denuncia nei confronti dell'assistente sociale. Denuncia che, per altro, ne i carabinieri, ne la polizia di Fiumicino hanno voluto accettare, tant'è che è stata depositata direttamente al Tribunale di Roma.

Solo a questo punto l'assistente sociale inizia a dare 20 euro al giorno all'operatore domiciliare della Cooperativa Colonna per provvedere alle necessità di Teresa. La situazione va avanti fino al 4 aprile scorso, quando, le vicine di casa, vengono richiamate dalle urla disperate di Teresa che viene caricata a forza sull'auto privata dell'assistente sociale da 5 persone di una cooperativa che non è neanche quella che la assisteva, ma la Cooperativa Il Faro. Il suo cane portato via. I suoi mobili, comprati con i soldi guadagnati lavorando la terra per 30 anni, perfino i suoi effetti personali, la dentiera, gli occhiali, gettati dalla finestra personalmente dal dirigente ai servizi socio-sanitari Roberto Rizzi e caricati su un furgone per essere portati chissà dove.

Contestualmente l'appartamento di Teresa viene assegnato ad una persona che, forse sarà un caso, una di quelle strane coincidenze cui si stenta a credere, lavora in un auto demolizioni, il cui proprietario ha legami di parentela con l'assessore ai servizi sociali del Comune di Fiumicino....

Teresa non è mai stata sottoposta ad una perizia psichiatrica, forse proprio perchè chi ha voluto farle questo, la sapeva perfettamente sana di mente.Teresa non è stata interdetta da nessun tribunale.Eppure è stata privata dei suoi diritti, della sua dignità, della sua pensione, della sua casa, dei suoi affetti che, dopo la morte del marito, erano rappresentati dai vicini di casa e dal suo cane, infine, è stata rinchiusa...



Perché questa storia non passi sotto silenzio:

Domenica 12 luglio ore 20.00
presso il Laboratorio sociale La Talpa
Via Ostuni 9 (ex commissariato occupato al Quarticciolo)
Cena sociale (anche vegan) a sostegno delle spese legali per liberare Teresa
(12 euro)(gradita la prenotazione:
latalpa12ott@hotmail.com)
A seguire
Proiezione del film “Pranzo di ferragosto”

Lab. sociale La Talpa - Coordinamento cittadino di lotta per la casa

Nessuna passeggiata nel gran parco della mediazione sociale ma conflitto di classe contro il sistema, il capitale, il fascismo

Strano paese, l’Italia.

All’Aquila si sfrutta il terremoto per sperimentare nuove forme di controllo sociale, a Vicenza il regime si conferma stato di polizia, violando le sue stesse regole con un blocco militare che prova a negare lo svolgimento regolare di un corteo autorizzato a un comitato cittadino, e il giorno dopo a Torino, Bologna, Padova, Napoli, Reggio Calabria, 21 militanti, compagni, studenti, sono arrestati per aver manifestato contro il G8 nelle Università.
E quando gli studenti della Sapienza a Roma continuano l’occupazione per protestare contro gli arresti degli studenti, un corteo contro il G8 viene fermato e disperso con arresti .

Contemporaneamente, con decine di perquisizioni e due arresti, lo Stato e i suoi apparati cavalcano la tragedia di Viareggio, agitando la solita presunta minaccia anarcoinsurrezionalista accusata di attentare, stavolta, niente di meno che alla sicurezza delle ferrovie! Come se non fosse invece la ricerca del profitto a tutti i costi e le privatizzazioni nei trasporti a creare incidenti mortali e distruzione.

Dal G8 di Genova del 2001 assistiamo a un processo di autonomia operativa degli apparati di polizia direttamente dipendenti dal potere esecutivo; tanti tasselli del progetto repressivo dello Stato, perseguito dai vari governi avvicendatisi, dal centro destra al centro sinistra, fino a costruire lo scenario del dopo “Pacchetto Sicurezza” che colpisce tutti, lavoratori e lavoratrici, studenti, italiani e nuovi cittadini. Che mira a colpire tutte le lotte d’opposizione sociale e sindacale, a partire dalle contestazioni al G8, a sradicare ogni solidarietà di classe, a intimidire le future lotte popolari.

Contro questo progetto repressivo ed eversivo dello Stato, massima solidarietà nell’unirsi al grido “PROTESTARE NON E´ REATO, LIBERI TUTTE/I, uniti con tutti coloro che sin da subito si sono e si stanno opponendo alla repressione, noi Comunisti Anarchici invitiamo all’unità di classe e alla mobilitazione tutte le realtà antagoniste di base e di lotta dal basso per una NUOVA RESISTENZA.

“ NON CI AVETE SPAVENTATI SIAMO SEMPRE PIU’ DETERMINATI ”

Segreteria Nazionale FdCA
www.fdca.it

martedì 7 luglio 2009

Solidarietà agli operai e alle operaie in lotta della Fiat di Termini Imerese

Proprio di stamattina è la notizia che la Fiat avrebbe chiuso accordi con la Cina per un volume di affari di 625 miliardi di dollari. E al sud vuole licenziare centinaia di lavoratori.

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Riceviamo dai compagni di Palermo.

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Termini Imerese, ancora in lotta gli operai

Una settimana dopo la prima giornata di mobilitazione contro il progetto, paventato dall'amministratore delegato del gruppo FIAT Sergio Marchionne, di conversione dello stabilimento di Termini Imerese a produzioni altre dall'automobile, gli operai sono tornati a scioperare, bloccando anche, come già una settimana fa, la stazione ferroviaria di Fiumetorto e rallentando con un volantinaggio il traffico dell'autostrada A19 che collega Palermo a Catania.

La preoccupazione dei lavoratori, aggravate dalle recenti dichiarazionisempre dell'A.D. FIAT che hanno descritto Termini come un luogo assurdo che dovrebbe chiudere, riguardano sia i sacrifici occupazionali che il progetto di conversione richiederebbe ai lavoratori dello stabilimento e dell'indotto sia la consapevolezza che tali manovre della proprietà possano essere, ed il sospetto è quasi certezza, i prodromi di una totaledismissione delle attività produttive. Le operaie e gli operai della FIATe di tutto l'indotto, ma tutta la popolazione di Termini, appaiono però determinate ad impedire, come già accaduto in passato, che tali prospettive si avverino.

Ascolta l'ntervista con Agostino Cosentino Rsu Fiom
http://www.infoaut.org/palermo/articolo/termini-imerese-ancora-in-lotta-gli-operai/file/id/917/

Marchionne: Termini Imerese chiude: "Non ha ragione di esistere"

Assemblea al comune: gli Operai contestano Micciche'!
"Termini Imerese non ha ragione di esistere", queste le parole pronunciateieri dall'amministratore delegato della Fiat, Sergio Marchionne, a margine del Consiglio Italia-Usa a Venezia. Lo stabilimento dal 2012 chiuderà dunque i battenti, lasciando per strada tutti coloro che, nella zona, dipendono dalla produzione automobilistica del Lingotto dalla fabbrica di Termini come dall'indotto.

"A Termini Imerese non c'è indotto: è un luogo stranissimo dove non c'è niente intorno. Noi non stampiamo a Termini e lì ci sono costi di logistica che sono enormi". Problema di infrastrutture, di logistica quindi. Queste le farraginose motivazioni per cui Fiat lascia la Sicilia per altri lidi, e pensare che fino a poco tempo fa si prospettava un pianodi rilancio con 2 linee produttive, investimenti per l'indotto e 3mila nuove assunzioni.

Balle, come oggi si dimostrano. Lo stesso dicasi per lespacciate promesse fatte al tavolo con il governo qualche tempo fa:"nessuno stabilimento" sarebbe stato chiuso, si sarebbe gestita la crisi"in modo responsabile". La responsabilità è palese nel momento in cui indirettamente si dichiara che il posto di lavoro di centinaia di persone"non ha ragione d'esistere". Il Sud paga per primo nella ristrutturazione della produzione di Fiat, Termini chiuderà scaricando addosso ai lavoratori i costi di una crisi non loro, dalla quale i vertici aziendali tentano di aprirsi varchi d'emergenza attraverso operazioni internazionali con alleati acquisiti e futuri, mettendo opportunisticamente da parte quelche "non produce secondo i piani". Quest'oggi vi sono stati momenti di forte tensione nell'aula consiliare di Termini Imerese, dove operai della Fiat e dell'indotto hanno contestato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianfranco Miccichè, mentre relazionava sul futuro dello stabilimento.

La protesta è scattata quando Miccichè ha consigliato a sindacati e lavoratori di non organizzare più scioperi contro la Fiat ma di chiedere al Lingotto spiegazioni su talescelta... Probabilmente il perchè di una scelta così a cuor leggero di Fiat si spiega esattamente all'inverso.

Termini Imerese (Pa), bloccati i treni dagli operai in sciopero
Le tute blu dello stabilimento Fiat protestano contro l'ipotesi dieliminare la produzione di auto nella fabbrica siciliana. L'avevano promesso: sarebbe stata una settimana di fuoco quella che comincia oggi. E cosi' e'. Il lunedi' delle tute blu dello stabilimentoFiat di Termini Imerese e dell'indotto e' iniziato con uno sciopero di due ore che dovrebbe concludersi alle 9.30.

Ma la protesta di oggi contro la decisione del Lingotto di eliminare la produzione di automobili nella fabbrica siciliana, potrebbe andare ben oltre. Di sicuro gli operai non sifermeranno al blocco delle catene di montaggio.
Per oggi gli operai dello stabilimento Fiat di Termini Imerese hanno bloccato la circolazione dei treni alla stazione ferroviaria di Fiumetorto. Protestano contro la decisione del Lingotto di eliminare la produzione di automobili nella fabbrica siciliana. Molta tensione tra i circa 2 mila lavoratori che non credono alla possibilità di un futuro sganciato dalle auto.

Tra grida e rabbia inizia la nuova fase di dura protesta che ricorda, nei toni e nei metodi, quella che sette anni fa impedì la chiusura, che sembrava ormai scritta e inevitabile, dello stabilimento. "Come alloraanche oggi - dice Roberto Mastrosimone della Fiom Cgil - impediremo i piani di quanti vogliono ancora una volta penalizzare Termini Imerese.

Iniziamo con lo sciopero e l'occupazione dei binari della stazione, ma non ci fermeremo".
Domani è atteso il vertice alla Regione, con Raffaele Lombardo e i sindacati, che dovrà definire una posizione e un documento unitari da sottoporre a Sergio Marchionne.

ascolta la corrispondenza con Agostino Cosentino, rsu-Fiom di Termini
http://www.infoaut.org/%5C%22http://www.radiondadurto.org/agenzia/
2009-06-22-13-15_lav-cosentino-termini.mp3%5C%22

INFOAUT PALERMOla voce delle lotte
http://www.infoaut.org/palermo