mercoledì 17 febbraio 2010

BREVE CRONACA DELLA MANIFESTAZIONE DEL 15 FEBBRAIO 2010 in via Padova a Milano

La tragica morte del giovane egiziano Ahmaed Aziz Abdel el Sayed Abdou ha provocato un rigurgito razzista. I razzisti, di ogni risma e colore, di destra e di sinistra, hanno promesso fuoco e fiamme, per riportare legge e ordine, nel quartiere di via Padova. E lunedì sera (15 febbraio), hanno organizzato una fiaccolata per via Padova.

Come è nel loro stile, i razzisti sono riusciti a creare paura tra chi, nel quartiere, ci abita e ci lavora, e vuole vivere in pace. Per quanto possibile, visti i tempi che corrono. Gli ANTI RAZZISTI hanno voluto vederci chiaro. Hanno voluto vedere in faccia gli amici della legge e dell’ordine. Vediamo chi sono. Sono i soliti vecchi faccendieri, usciti dalle fogne della speculazione immobiliare, dei traffici (più o meno sporchi) e soprattutto dello sfruttamento selvaggio dei lavoratori. Con qualche giovane pirla al seguito, che vive alle loro spalle.

Intutto, erano poco più di un centinaio. Con molta protezione armata: polizia, carabinieri, guardie di finanza e polizia locale (probabilmente, anche qualche guardia del corpo).
Gli ANTI RAZZISTI li hanno aspettati in via Padova. Per due ore i razzisti sono restati fermi, all’inizio della via, protetti dalla loro scorta armata.Intanto gli ANTI RAZZISTI hanno sfilato in via Padova e nelle vie adiacenti, hanno tenuto comizi e hanno lanciato inviti alla solidarietà tra i lavoratori di ogni razza e colore.

Gli ANTI RAZZISTI hanno parlato con italiani e non italiani, uomini e donne, giovanie vecchi, egiziani e latino americani... Tutti hanno manifestato la stessa rabbia per la presenza di sbrirri e soldati, che creano solo tensione.
Da due anni, rastrellamenti, perquisizioni e fermi di polizia sono all’ordine del giorno. E questi interventi sono accompagnati da campagne razziste, che vogliono dividere i lavoratori per metterli gli uni contro gi altri. Vogliono piegarli e sfruttarli, imponendo condizioni di vita e di lavoro sempre peggiori.

Contro questi attacchi, l’unica risposta è la solidarietà tra lavoratori, conl’autorganizzazione dal basso. I lavoratori devono prendere nelle loro mani il proprio destino. La manifestazione in via Padova di lunedì 15 febbraio dimostra che è possibile.
Sono loro, i padroni, ad avere paura.

Il prossimo passo è una grande manifestazione per venerdì 19 febbraio.

Antirazzisti/e di Milano

2 commenti:

Anonimo ha detto...

la multiculturialità NN FUNZIONA è UNA LOGICA PERDENTE portatrice solo di tensione sociale ovunque nel mondo:basta vedere gli usa e la ghettizzazione dei neri L'AUTOGHETTIOZZAZIONE DEGLI ORIENTALI .In tutte le grandi città europee l'afflusso massiccio di gente di diverse nazionalità, cultura ,religione, lingua; ha creato solo una serie di ghetti ,di ambienti chiusi e quindi di autocensura rispetto alla società ed al sistema di valori nel quale le varie minoranze vivono.Altri esempi??:serbi e albanesi o serbi e croati, utu e tuzzi in africa pachistani e indiani,curdi e turchi ,gli iracheni di diverse correnti religiose(divisioni che coincidono cn diverse ed ingiuste condizioni sociali) RIFLETETE!!!

FdCA Roma ha detto...

Caro anonimo non sono d'accordo.
Le differenze ci sono è vero e sarebbe ipocrita negarle.
I problemi però si acutizzano quando queste vengono alimentate e strumentalizzate per giustificare le differenze sociali e la possibilità che hanno alcuni di sfruttare gli individui a loro piacimento per interessi economici e/o di potere.
Spesso quelle etnie che citi coincidono con categorie sociali molto funzionali, anzi direi vitali, per il funzionamento di una società fondata sullo sfruttamento economico del lavoro altrui e sul dominio oligarchico.
E se le divisioni etniche sono così funzionali, allora il dominio farà del tutto per alimentarle e acuirle.
Quando invece gli sfruttati e i diseredati delle varie etnie si rendono conto che le differenze vere tra gli individui in questo mondo sono altre e sono divisioni in categorie economiche e solo fittiziamente in categorie culturali, allora le cose cambiano, e l'indiano rivolge la sua rabbia non più indiscriminatamente contro il generico pakistano ma contro lo sfruttatore pakistano e quello indiano.
A Rosarno per esempio i migranti, da categoria economica ben precisa (lavoratori stagionali ipersfruttati) sono stati descritti dal potere come una categoria razziale (i neri). Ma cio è stato fatto solo per nascondere la vera natura delle cose.
Insomma io penso che le tensioni derivino prevalentemente dalle disparità sociali. Finchè non eliminiamo queste non potremmo mai dire se la convivenza sia impossibile o meno. Tutto il resto sono scuse. Proviamo a impedire che un individuo o un gruppo di individui possa sfruttare il lavoro della restante parte di società. Proviamo a impedire che un individuo o un gruppo di individui possa decidere della vita della restante parte di società. Sperimentiamo questa situazione che non si è mai realizzata al mondo se non in porzioni troppo limitate geograficamente e per troppo poco tempo, e poi vediamo se le differenze etniche e culturali possono diventare motivo di contrasti o scuse per giustificare il dominio di una su l'altra.
zatarra