Il 10 febbraio lo Stato italiano celebra il "Giorno del Ricordo "in memoria della tragedia degli italiani di tutte le vittime delle foibe, dell'esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra" (legge 30, marzo 2004, n.92).
Il mito delle foibe è stato creato ad arte per mettere sullo stesso piano la violenza fascista e quella antifascista. Lo Stato italiano, con la complicità dell'estrema destra, utilizza il revisionismo fascista per creare dei martiri in modo da poter nascondere i propri crimini. Negando la propria responsabilità nell'olocausto, nel massacro di interi paesi, in stupri e torture in Italia e nei nostri territori occupati, cerca di far apparire le reazioni armate contro i fascisti come violenze ingiustificate commesse da spietati criminali e banditi. Secondo questa logica le azioni contro gli squadristi, i collaborazionisti e chi, italiano, aveva approfittato dell'occupazione dell'Istria per i suoi interessi, diventa un generico odio anti-italiano e la foiba diventa il simbolo di uno sterminio etnico da parte della popolazione slava. Si nascondono i motivi della violenza liberatoria di chi per anni aveva subito indescrivibili soprusi e si modificano i numeri di questi fatti, trasformando la stima realistica e verificata di centinaia di morti in fantasiose ipotesi di centinaia di migliaia di vittime.
L'occupazione fascista in Jugoslavia, specialmente nelle province del Litorale e dell'Istria impose già dagli anni '20 la cultura e la lingua italiana, chiudendo le scuole slovene e croate, distruggendo 400 sedi e associazioni culturali, escludendo dagli impieghi pubblici gli slavi e sequestrando migliaia di terreni agricoli, affidandoli agli italiani. Tra il 1940 e il 1945 ci furono 45.000 morti tra sloveni e croati e italiani antifascisti, di cui molti gettati nelle foibe, 95.460 arrestati ed internati nei campi di concentramento che furono 113 in Italia, 15 in Jugoslavia e diversi ancora in altri territori occupati. Solo in Slovenia ci furono 13.606 morti nei lager.
Nessun paragone deve essere fatto tra questa violenza che è parte centrale di un programma ideologico che vuole una categoria di esseri umani superiore alle altre e una violenza che di questa ideologia e delle sue conseguenze si vuole disfare.
SE C'È QUALCUNO CHE DEVE ESSERE RICORDATO IN QUESTO GIORNO, NON SONO CERTO I MORTI FASCISTI E COLLABORAZIONISTI CHE HANNO UCCISO, TORTURATO, INCENDIATO, SACCHEGGIATO E STUPRATO, BENSÌ TUTTI QUELLI CHE HANNO COMBATTUTO CONTRO DI LORO.
Il mito delle foibe è stato creato ad arte per mettere sullo stesso piano la violenza fascista e quella antifascista. Lo Stato italiano, con la complicità dell'estrema destra, utilizza il revisionismo fascista per creare dei martiri in modo da poter nascondere i propri crimini. Negando la propria responsabilità nell'olocausto, nel massacro di interi paesi, in stupri e torture in Italia e nei nostri territori occupati, cerca di far apparire le reazioni armate contro i fascisti come violenze ingiustificate commesse da spietati criminali e banditi. Secondo questa logica le azioni contro gli squadristi, i collaborazionisti e chi, italiano, aveva approfittato dell'occupazione dell'Istria per i suoi interessi, diventa un generico odio anti-italiano e la foiba diventa il simbolo di uno sterminio etnico da parte della popolazione slava. Si nascondono i motivi della violenza liberatoria di chi per anni aveva subito indescrivibili soprusi e si modificano i numeri di questi fatti, trasformando la stima realistica e verificata di centinaia di morti in fantasiose ipotesi di centinaia di migliaia di vittime.
L'occupazione fascista in Jugoslavia, specialmente nelle province del Litorale e dell'Istria impose già dagli anni '20 la cultura e la lingua italiana, chiudendo le scuole slovene e croate, distruggendo 400 sedi e associazioni culturali, escludendo dagli impieghi pubblici gli slavi e sequestrando migliaia di terreni agricoli, affidandoli agli italiani. Tra il 1940 e il 1945 ci furono 45.000 morti tra sloveni e croati e italiani antifascisti, di cui molti gettati nelle foibe, 95.460 arrestati ed internati nei campi di concentramento che furono 113 in Italia, 15 in Jugoslavia e diversi ancora in altri territori occupati. Solo in Slovenia ci furono 13.606 morti nei lager.
Nessun paragone deve essere fatto tra questa violenza che è parte centrale di un programma ideologico che vuole una categoria di esseri umani superiore alle altre e una violenza che di questa ideologia e delle sue conseguenze si vuole disfare.
SE C'È QUALCUNO CHE DEVE ESSERE RICORDATO IN QUESTO GIORNO, NON SONO CERTO I MORTI FASCISTI E COLLABORAZIONISTI CHE HANNO UCCISO, TORTURATO, INCENDIATO, SACCHEGGIATO E STUPRATO, BENSÌ TUTTI QUELLI CHE HANNO COMBATTUTO CONTRO DI LORO.
1 commento:
molto intiresno, grazie
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