Inoltre è ormai accertato che le cosiddette ecoballe, confezionate negli ultimi anni in Campania da impianti malfunzionanti con i quali si sono arricchiti mafie del sud e imprenditori del nord e che verranno bruciate nei nuovi impianti, non possono essere considerati CDR, in quanto i rifiuti che le compongono non sono stati trattati ma solo triturati. Quindi all'interno c'è di tutto, ovviamente anche PVC e residui metallici, e nei prodotti della combustione per forza di cose saranno presenti diossine e metalli pesanti.
-----------------------------------------------------------------------------------
Napoli – Cip6: passato l’emendamento
Gli inceneritori campani di Napoli, Salerno e Santa Maria La Fossa usufruiranno degli incentivi per le fonti rinnovabili, contro il parere dell’Unione Europea, ma non solo… Il Governo viene battuto due volte alla camera sul “decreto rifiuti”
venerdì 20 giugno 2008 11:27
VIA libera al Cip6. Non è stato facile, ma alla fine ieri la Camera ha approvato gli incentivi per i termovalorizzatori campani. Come si ricorderà, il governo Prodi aveva già garantito il ricorso a questo strumento per l´impianto di Acerra, in parte derogando rispetto all´ultima finanziaria del 2007. Occorreva però far rientrare in gioco il Cip6 anche per gli altri tre impianti, Santa Maria La Fossa, Salerno e Napoli, ora previsti dal decreto che Montecitorio sta tentando di convertire in legge.
A colmare il vuoto ci aveva pensato per la verità l´opposizione. Era stato proprio Tino Iannuzzi, segretario regionale del Pd campano, a presentare in commissione l´emendamento apposito, tirandosi dietro peraltro gli improperi di Legambiente. A sua volta l´emendamento Iannuzzi, una volta approdato in aula, era stato lievemente modificato dal gruppo Pd, con una dizione che restringeva l´applicazione degli incentivi «con particolare riferimento alla parte organica dei rifiuti stessi». Era l´escamotage lessicale con il quale si intendeva rilegittimare l´uso di uno strumento nato come appoggio allo sviluppo di tecnologie rinnovabili.
Sul Cip6 però arrivava l´opposizione ad esempio di Mario Tabacci. Idem l´Italia dei valori. A questo punto Bertolaso sentiva il bisogno di scendere in campo in prima persona. Per spiegare che «quattro termovalorizzatori sono il minimo indispensabile per uscire dall´emergenza. In Campania sono stoccate 5 milioni di ecoballe di cui non sappiamo che fare e l´unico modo per togliere questa vergognosa presenza è bruciarle: se usiamo un solo termovalorizzatore non saranno sufficienti 15 anni». Dunque Acerra, dove «possiamo ultimare i lavori e accendere la prima delle tre linee all´inizio del prossimo anno», non basta. Servono gli altri tre impianti, ma quel che è certo è che «senza i fondi Cip6 i bandi di gara per la gestione dei termovalorizzatori continueranno ad andare deserti. E in quel caso possiamo prendere questo decreto legge e metterlo nel cassetto».
Richiamo che ha sortito il suo effetto. Poco dopo l´emendamento è stato votato. Fra i primi a congratularsi proprio Iannuzzi: «É una norma straordinaria ed eccezionale per favorire la costruzione dei termovalorizzatori». Eppure Bertolaso non è uscito indenne dalla seduta. Prima della conclusione, la maggioranza è andata sotto su un emendamento dei dipietristi, che impone il ricorso al concorso pubblico per assumere dirigenti ai fini della gestione dell´emergenza, fino alla fine del 2009. Il testo originario lasciava una riserva del 50 per cento degli eventuali assunti da scegliere per concorso, ma fra il personale già in servizio presso la protezione civile. L´esame del decreto in aula riprenderà martedì prossimo. Si dovrebbero votare anche tre ordini del giorno, accolti da Bertolaso, per sciogliere i Comuni dall´obbligo di entrare nei consorzi, utilizzare ex aree Pip dove stoccare i rifiuti inertizzati e indurre i venditori a trattenere presso di loro gli imballaggi.
da: http://www.ecodallecitta.it/notizie.php?id=9667
Nessun commento:
Posta un commento