El-Arakeeb, Beit Jalla, Beit Omar, Bil'in, Hebron (Al Khalil), Gerusalemme (Al Kuds), Ma'asara, Nabi Saleh, Ni'lin, Wad Rahal, Wallaje
In nessun paese del mondo ci si aspetterebbe che gli anarchici possano essere alla testa della più importante lotta condotta dalla sinistra radicale di quel paese. In nessun altro posto del mondo gli anarchici si confrontano con le forze di stato in maniera non-violenta, settimana dopo settimana, allargando gradualmente I consensi.... e continuare a marciare liberi anche quando la repressione chiude in carcere alcuni dei nostri compagni per poche ore o per pochi giorni. Nessuno si aspetterebbe che i fondamentalisti di Hamas possano appoggiare pubblicamente la lotta unitaria insieme ad ebrei anarchici ed atei. Nessuno poteva immaginare la popolarità e l’attenzione che i media danno oggi a poche dozzine di anarchici che in meno di 7 anni hanno cambiato il significato dell’etichetta di “anarchico” nella pubblica opinione. Nessuno pensava che la potente macchina repressive israeliana avrebbe rafforzato l’attività degli anarchici.
El-Arakeeb
Con interventi rinnovati e pressanti lo stato israeliano investe ulteriori sforzi nel trasferimento dei cittadini Beduini israeliani all’interno dei confine del 1948 per ridurre la loro area di movimento e per impossessarsi delle terre rimaste dopo le confische effettuate negli anni.
"appello urgente per aiuto ad Al Arakib nel Negev – concentramento di polizia per procedere alla demolizione di case la notte del 26 luglio"
Martedì 27-07-2010 35 case demolite, 250 uomini, donne e bambini rimasti senza casa.
E’ solo l’inizio?
Manifestazione il 30 luglio alle 13.00
fermare la distruzione violenta del villaggio di El Araqib!
Martedì 27 luglio, 1500 poliziotti con 20 trattori hanno demolito e raso al suolo il villaggio di El-Araqib. Donne in lacrime e bambini seduti all’ombra delle rovine sotto il sole estivo del deserto.
Nonostante la presenza degli attivisti della coalizione per difendere i Beduini del Negev (Israele sud) e degli Anarchici Contro il Muro, le preponderanti forze di stato hanno portato a termine la loro missione...
E’ difficile descrivere il dolore e l’orrore che si prova quando una forza così butta giù il tetto della tua casa. Lo smarrimento. Le forze di stato sono arrivate prima dell’alba, verso le 5:30. Per le 9:00 le umili abitazioni non erano che pile di ruderi.
Il Governo israeliano ha un piano per la “sistemazione dei Beduini”. Come al solito, nessuno nella comunità dei Beduini ne sa niente, dato che il piano governativo –come in altri casi- è stato fatto per loro ma senza di loro. Per cui non possiamo fare altro che provare a indovinare. Il piano giace sulla scrivania di Netanyahu in attesa di essere approvato. E’ il piano che si suppone metta in atto le raccomandazioni della Commissione Goldberg.
Si tratta di raccomandazioni ottime sulla carta, come il riconoscimento legale dei villaggi, per cui i Beduini non sono degli squatters… ma sul piano concreto la situazione è meno promettente. La raccomandazione è una sola: I Beduini non devono avere la proprietà della terra oltre un’area definita – una sorta di "Bedu-stan". Seconda raccomandazione: dovrebbero essere riconosciuti i villaggi la cui collocazione non confligge con i piani governativi. Tuttavia, in 63 anni di piani governativi, la tendenza è stata quella di impedire la possibilità di riconoscimento e di non dare questa opzione a molti villaggi. In effetti si prosegue la decennale politica di deprivazione e di coercizione verso questa comunità indigena sempre più debole. Si dice che nei nuovi piani governativi è prevista lo sgombero e la risistemazione di quasi la metà dei villaggi non riconosciuti, concentrandone la popolazione in una manciata di villaggi in vista di riconoscimento.
La distruzione di El-Araqib è stato il primo tentativo di eliminazione dei villaggi? Ma El-Araqib era fuori del cosiddetto "Bedu-stan", ed era noto per essere un villaggio con una forte coscienza politica e meno povero degli altri villaggi non riconosciuti. Nella sua storia c’è già una deportazione negli anni ’50 ed un tentativo della popolazione di ritornare sulla terra d’origine. Pare che questo villaggio sia stato scelto dal governo come test della sua tattica di distruzione, una volta distrutto EI-Araqib, sarà più facile procedure con gli altri.
Durante la Guerra del 1948 oltre l’80% della popolazione beduina del Negev venne “convinta” a lasciare il paese. Negli anni ’50 quelli rimasti vennero concentrati in una riserva – il Siyag. Da allora il governo si è sempre rifiutato di riconoscere i villaggi o le richieste di ritornare sulla terra tradizionale, lasciando la popolazione esposta alle demolizioni delle case, senza servizi fondamentali come l’acqua corrente, l’elettricità ed altro. Ora – la superficie di terra su cui i Beduini vivono e che rivendicano è il 3% del deserto del Negev. Non è tempo che il governo metta fine alla politica di demolizioni e distruzioni e permetta alla comunità di insediarsi e possa curarsi le ferite ricevute in 6 decenni di sofferenze?
Se il villaggio di El-Araqib resiste a questa politica di violenza, si apre la possibilità di lotta per tutta la comunità beduina. Occorre la massima solidarietà.
El-Arakeeb : si ricostruisce, ma si teme un’altra demolizione
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Le donne del villaggio di al-Arakib, che hanno visto le loro case demolite dallo Stato, invitano le donne di coscienza ebree e palestinesi alla:
Manifestazione delle donne ad al-Arakib
venerdì, 30.7, 12:00
(…)
L’iniziativa di solidarietà con Sheikh Jarrah (di cui fanno parte gli Anarchici Contro il Muro) allarga la sua "giurisdizione" e si unisce al comitato popolare del villaggio di Al Araqib e degli altri villaggi ed organizza una visita di solidarietà nel villaggio sabato 31 luglio.
Distruzione del villaggio di Al Araqib
http://www.facebook.com/notes/daniel-dukarevich/dwt-ryh...16961
http://www.youtube.com/watch_popup?v=FJJVWmBcDjU&vq=med...#t=17
http://www.youtube.com/watch?v=8ash6IUbfDs
Sabato 31 luglio, siamo arrivati tra le rovine del villaggio di El-Arakeeb iper una visita di solidarietà, per incontrare gli abitanti che ora stanno ricostruendo le loro case.
Siamo stati informati che un’altra demolizione potrebbe verificarsi molto presto e perciò occorrono volontari che stiano di notte nel villaggio.
Beit Ommar Sabato 31 luglio
La manifestazione a Beit Omar, vicino l’insediamento coloniale di Karmei Tsur, è stata attaccata dall’esercito. http://www.youtube.com/watch?v=wFhxrCUach8
Bil'in
Manifestazione preceduta il giovedì da una riunione di coordinamento tra il comitato popolare del villaggio, gli anarchici contro il muro e internazionali
Venerdì:
Oltre 100 internazionali e circa 10 Israeliani si sono uniti alla manifestazione palestinese settimanale. I manifestanti erano determinati a non ritirarsi di fronte alle minacce dell’esercito, come era successo le ultime volte. I soldati, vedendo la numerosa manifestazione avanzare, si sono diretti verso il villaggio disponendosi lungo la strada principale. I manifestanti hanno proseguito per fermarsi solo davanti al primo drappello di soldati. Lì hanno cantato e scandito slogan per oltre mezz’ora, accompagnati da canti palestinesi sparati da un sound-system collocato su una macchina. Alcuni lacrimogeni lanciati tra le file dei manifestanti non hanno impaurito nessuno. Alcuni manifestanti hanno provato a proseguire verso il recinto e le terre confiscate, ma i soldati li hanno fermati e respinti. Un attivista è stato arrestato – vedi video di Emad Bornat: http://www.youtube.com/watch?v=z29697harl0
Come sempre, quando le forze di stato danno inizio alla repressione violenta contro una manifestazione non-violenta, non tutti i partecipanti si uniformano alla modalità della non-violenza. Anche questa volta, come in manifestazioni precedenti, tre granate di gas lacrimogeno non esplose sono state rimandate al mittente con effetto migliore tra le risate dei manifestanti, di modo che i soldati provino in prima persona la medicina che somministrano ad ogni manifestazione.
In pochi secondi lo scambio tra lacrimogeni dei soldati e pietre tirate dai giovani ha costretto la manifestazione alla ritirata tra le nuvole di gas.
I manifestanti si sono radunati nuovamente lungo la strada dando vita ad una breve sessione canora di hip-op ad libitum per poi concludere la manifestazione.
Metà degli attivisti israeliani si è poi spostata a Sheikh Jarrah.
venerdì 30.7.2010 video di David Reeb su http://www.youtube.com/watch?v=k4YmKYx2CTA
http://www.facebook.com/video/video.php?v=1315342936013...80678
http://vodpod.com/watch/4150408-dailymotion-bilin-weekl...tique
http://www.youtube.com/watch?v=z29697harl0
Hebron (Al Khalil)
Sabato 31 luglio, la manifestazione settimanale per aprire Shuhada Street a Hebron ha dovuto fare i conti con la violenza dell’esercito; nessuno arrestato
Dopo l’attacco militare della scorsa settimana, con 6 arrestati, i manifestanti hanno cercato di evitare ogni scontro con l’esercito israeliano, ma proprio poco prima che la manifestazione finesse, i soldati hanno caricato, spingendo i manifestanti lontano dal cancello già chiuso su Shuhada street .
C’erano circa 100 persone tra Palestinesi e sostenitori. Per la prima volta l’esercito non ha permesso ai manifestanti di stare nei pressi dei cancelli chiusi su Shuhada street ed allo scopo di evitare scontri, i manifestanti hanno proseguito in altra direzione.
Per ripresentarsi davanti all’esercito da un’altra direzione dopo aver attraversato i vicoli della città vecchia cantando slogan contro l’occupazione, contro l’apartheid, contro i coloni e per la libertà di movimento a Hebron. Davanti ai soldati è stata messa in scena una commedia in cui un “colono” protegge la sua supremazia coloniale e razzista. C’era anche un asino.
Dopo alcuni comizi, la manifestazione è proseguita, trovando aperta la strada che prima era bloccata. E’ stata imboccata senza indugi ritrovandosi di fronte al cancello di Shuhada street. I soldati si sono precipitati sul posto ed hanno spintonato violentemente i manifestanti.
Dopo un breve sit-in per riaffermare il perenne diritto dei palestinesi alla protesta, la manifestazione è stata sciolta e la gente andava via. A questo punto i soldati hanno iniziato a provocare un giornalista che era al lavoro nel corteo. I manifestanti hanno subito protestato anche per la limitazione del diritto di stampa ed hanno gioito quando il giornalista è riuscito a sfuggire ai soldati. Questa volta la manifestazione è veramente finita con il proposito di ritornare la settimana prossima.
Gerusalemme - Al Kuds
Un altro caso di sombero di famiglie a Gerusalemme Est occupata si è verificato nella notte tra giovedì e venerdì. Gli Anarchici contro il muro si sono uniti alle famiglie nella lotta per riprendere le loro case.
"Siamo ora nella città vecchia davanti alla casa palestinese invasa questa notte da un pugno di coloni. Pare che il tribunale, dopo aver dato ordine di mandare via i coloni, attenda domenica 1 agosto per una decisione.
Per favore occorre più soccorso possibile!"
Sheikh Jarrakh
Come al solito, la manifestazione del venerdì ha visto la partecipazione di centinaia di persone. Un corteo è giunto dal versante israeliano di Gerusalemme, mentre un altro corteo che cercava di entrare nella strada delle case sgomberate, è stato fermato dalle forze di stato.
venerdì 30 luglio video di Nissim Mossek su:
http://www.youtube.com/watch?v=XH4iLqgO_4I
"a tutti gli attivisti e sostenitori della campagna per Sheikh Jarah
è passato un anno da quella mattina infame in cui le famiglie Hanoun e Ghawi sono state sfrattate dalle loro case, con un’azione che acceso una protesta senza precedenti a Sheikh Jarah, una protesta che è cresciuta giorno dopo giorno.
Perciò, non mancheremo questa settimana.
Venerdì 6 agosto alle 13:00 presidio di solidarietà per Sheikh Jarah in tutto il paese!
E dopo le veglie manifestazione principale a Sheikh Jarah alle 16:00!
presidi anche a Gerusalemme Ovest, Tel-Aviv, Haifa, Beer-Sheva, Kufr yasif, Tira, Taybe, Ara, Gan Shmuel junction, Raanana – e la lista non è finita!
Ma'asara
Questa settimana la manifestazione del venerdì è stata più consistente del solito grazie alla massiccia presenza degli attivisti internazionali – probabilmente un effetto della flotilla di Gaza. C’erano anche delegati del villaggio vicino di Wadi Rahal che ha sospeso le manifestazioni dopo il temporaneo successo giuridico.
Come al solito, la manifestazione ha marciato dal centro del villaggio verso l’intersezione con la strada che porta alle terre. I soldati hanno cercato di bloccare fisicamente la manifestazione ma invano ed allora hanno fatto uso di granate assordanti – costringendo i manifestanti a ritirarsi.
Allora anche i soldati si sono ritirati di 50 metri per indurre i manifestanti ad avanzare e dare luogo ad un altro giro di repressione...
Ma i manifestanti sono stati saggi e sono rimasti all’incrocio dando inizio a canti ed alla Debka dance.
Poco dopo la manifestazione è stata sciolta ed i partecipanti sono tornati al villaggio.
Parte degli attivisti israeliani hanno proseguito per Sheikh Jarrah.
Nabi Saleh
Nabi Saleh: l’esercito prende in ostaggio un bambino, ferito un attivista britannico
Il 30 luglio, le forze di occupazione hanno preso il piccolo Walid Daifallah (13 anni) ed hanno arrestato un attivista internazionale per portarlo in località sconosciuta nel villaggio di Nabi Saleh (distretto di Ramallah). Un’attivista britannica di 23 anni è rimasta ferita al piede da un lacrimogeno lanciato dall’esercito durante la manifestazione a Nabi Saleh.
La protesta è iniziata dopo la preghiera del venerdì e si è mossa verso le terre minacciate di confisca. La protesta era espressione della reazione civile contro le conseguenze dell’occupazione e contro l’espansione degli insediamenti coloniali, inseguito all’incidente di 4 giorni prima quando i coloni hanno invaso il villaggio attaccando gli abitanti e le loro proprietà.
Le forze di occupazione hanno bloccato la strada principale, costringendo i manifestanti a cambiare percorso. Hanno sparato un gran numero di lacrimogeni direttamente sulla folla, ferendo al piede un’attivista britannica di 23 anni. In seguito, scontri violenti tra i manifestanti e le forze di occupazione che hanno usato proiettili di gomma e lacrimogeni per reprimere la protesta.
L’esercito ha perquisite molte case ed ha arrestato Walid Daifallah (13 anni) nella casa della zia. E’ rimasto in stato di fermo per più di un’ora come ostaggio fino alla fine degli scontri. In più, i soldati hanno arrestato un attivista internazionale che è stato condotto in una destinazione sconosciuta.
Ni'lin
Ni'lin onora i suoi martiri e chiama alla resistenza popolare
Il 30 luglio 2010, la manifestazione di protesta contro il muro e contro gli insediamenti ha commemorato il secondo anniversario della morte di Ahmad Musa e di Yusef Amira. Ahmad Musa ucciso durante una manifestazione contro il muro il 29 giugno 2008 da un proiettile alla testa e Yusuf Amira ferito fatalmente il giorno dopo e deceduto dopo una settimana.
La manifestazione è iniziata dopo la preghiera del venerdì e si è mossa verso le terre di fronte al muro dell’Apartheid. Molti attivisti internazionali presenti. Quando il corteo è giunto al muro, l’esercito ha sparato lacrimogeni direttamente sui manifestanti, provocando 15 casi di soffocamento per inalazione di gas. I manifestanti hanno risposto col lancio di pietre e di lacrimogeni inesplosi al di là del muro. Secondo testimoni oculari, 5 soldati hanno avuto problemi di asfissia per i lacrimogeni di ritorno.
In seguito, l’esercito ha inseguito i manifestanti fino alla periferia del villaggio dopo che avevano aperto il cancello del muro per lanciare una grande quantità di lacrimogeni e di bombe assordanti allo scopo di reprimere la manifestazione. Nessuno è stato arrestato.
Onorando la morte di Ahmad Musa e di Yousuf Amira, i palestinesi hanno dimostrato che continuano a lotta per quella stessa causa per cui questi uomini sono morti. Le proteste contro i crimini dell’occupazione israeliana continueranno nonostante la violenta repressione messa in atto dalle forze di occupazione.
Wad Rahal
In virtù della decisione dell’alta corte di fermare i lavori del muro della separazione sulle terre del villaggio, le manifestazioni del venerdì sono sospese.
Wallaje
Il comitato popolare di lotta del villaggio di Al-Wallaje chiama gli attivisti internazionali ed israeliani a partecipare alla manifestazione del 29 luglio..
Giovedì 29 luglio circa 150 Israeliani, internazionali ed abitanti del villaggio (inclusi 30 bambini di un campo estivo) si sono radunati per vedere il film Budrus che parla della lotta del villaggio di Budrus contro il muro (Budrus è uno dei primi villaggi nella cui lotta si sono coinvolti gli anarchici contro il muro)
Prima della proiezione, la maggior parte degli israeliani e degli internazionali ha fatto un giro nel villaggio e nella zona di costruzione del muro.
Venerdì 30 luglio circa 50 persone con 4 israeliani, 7 internazionali ed una ventina di bambini del villaggio hanno marciato dalla moschea fino al nuovo muro vicino al villaggio di Har-Gilo, urlando per tutto il tempo contro il muro e contro l’occupazione.
Abbiamo camminato lungo il muro e sul sentiero sporco del recinto di Har-Gilo.
Due guardie di confine stavano su un tetto mentre noi proseguivamo con gli slogan e mentre il capo del villaggio teneva un discorso. Le jeep dell’esercito ci hanno superato per fermarsi più avanti vicino alla folla. Nessuno ha reagito e siamo ritornati indietro sempre urlando.
Sabato 31.7 il villaggio ha festeggiato la fine del campo estivo con danze eseguite dai bambini e con una rappresentazione di una manifestazione che deve affrontate la violenza dell’esercito.
Vedi http://awalls.org
Precedenti reports su http://ilanisagainstwalls.blogspot.com
Link esterno: http://ilan.shalif.com/anarchy/glimpses/glimpses.html
Ilan Shalif (AAtW)
(traduzione a cura di FdCA-Ufficio Relazioni Internazionali)
mercoledì 4 agosto 2010
Palestina-Israele, la lotta unitaria supera ogni aspettativa
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