Invitiamo a presenziare all’udienza di venerdì 26 ottobre
alle h.9.30 al tribunale di Milano (sezione X, aula 10, piano terra)
Venerdì 26 Ottobre inizia il processo contro cinque compagni accusati di resistenza e
lesioni a pubblico ufficiale, nel corso della protesta sulla tangenziale avvenuta
Domenica 2 Agosto 2009 per sostenere la lotta contro la chiusura della fabbrica che
gli operai della INNSE portavano avanti da 14 mesi. In quell’occasione, la polizia
sgomberò con la forza il presidio di fronte ai cancelli della fabbrica, mentre
all’interno si procedeva allo smontaggio delle macchine. La reazione degli operai e
dei loro sostenitori fu immediata, ogni ora che passava segnava la fine della
fabbrica e del posto di lavoro dei 50 operai occupati.
La protesta sulla tangenziale fu il primo tentativo di attirare l’attenzione pubblica
su quanto stava accadendo. Successivamente, la resistenza di alcuni operai saliti in
cima ad un carroponte per 9 giorni contribuì a conseguire gli obbiettivi di quel
lungo braccio di ferro: fu impedito lo smantellamento della fabbrica, la speculazione
edilizia che ne sarebbe conseguita e salvati tutti i posti di lavoro. La fabbrica
riprese l’attività ed è ancora attiva con nuove assunzioni.
Dopo i decreti penali di condanna per l’occupazione della tangenziale, caduti nel
vuoto, e dopo un processo per un’altra resistenza allo sgombero della fabbrica del
Febbraio 2009 che ha visto assolti tutti gli imputati. Il processo che va a
cominciare è un nuovo tentativo per sanzionare i sostenitori degli operai della INNSE
che avevano dimostrato di essere determinati a non far chiudere la fabbrica, non
accettando di contrattare il prezzo della propria sconfitta: una scelta vincente.
Ovunque ci si lamenta della disoccupazione, della perdita di posti di lavoro, della
chiusura delle fabbriche ma poi accade che si portano in tribunale, per fatti
inesistenti, i sostenitori che assieme agli operai hanno lottato realmente per
impedire chiusure di fabbriche e licenziamenti di massa. Perché?
Forse il reato vero è la solidarietà, l’unione che si è cementata in via Rubattino
davanti alla INNSE, forse è questo il pericolo che va scongiurato?
Gli operai della INNSE sentono come primo dovere restituire la solidarietà a questi
sostenitori, saranno presenti all’udienza del 26 Ottobre e invitano anche gli altri a
presenziare. Nello stesso giorno altri operai, quelli della ditta di Basiano, saranno
processati per aver difeso con accanimento il loro posto di lavoro, anche a loro deve
andare la nostra solidarietà.
Processare e condannare persone che per un pezzo di pane difendono il loro posto di
lavoro è forse un nuovo sistema per affrontare il problema della disoccupazione?
Facciamo sentire la nostra solidarietà
RSU INNSE Milano
Sostenitori degli operai che resistono ai licenziamenti
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