mercoledì 11 febbraio 2009

Da Scelba a Tambroni... fulmini e tuoni

Da Scelba a Tambroni... pardon.... da Scelba a Maroni.... fulmini e tuoni.

Dopo aver bastonato gli operai della Fiat di Pomigliano D'Arco, lo Stato, gendarme dei padroni di ogni risma, privati o pubblici che siano, scatena la sua forza militare repressiva contro i lavoratori della ISSNE di Milano.
A chi si scandalizza diciamo che questo è il suo ruolo. Reprimere o fiaccare ogni forma di rivendicazione economica delle classi subalterne.
La metodologia è funzione della contingenza e di chi sta al potere.
La carota somministrata dai sindacati collaborazionisti dei governi di centrosinistra è l'altra faccia della medaglia del bastone dei governi di destra. Il risultato è sempre: ricchezza per loro e miseria per noi.

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da indy svizzera
Da 9 mesi gli operai presidiano la fabbrica per impedire al padrone Genta di fare un'operazione speculativa.

INNSE: Operai picchiati e manganellati brutalmente dalla Polizia

Questa notte (Martedì 10 Febbraio) alle ore 3,00 il padrone Genta scortato da duecento tra poliziotti e carabinieri e' tornato all'assalto degli operai, che da nove mesi presidiano la fabbrica per impedire al padrone di portare via i macchinari.

”Eravamo in tanti grazie alla solidarietà di tutti”, scrive un operaio sul Blog della INNSE, “ma loro erano molto di più. Genta è entrato come un ladro, dal retro in maniera subdola e usando la violenza delle forze dell'ordine per contrastarci. Lui stesso con una ruspa ha sfondato i cancelli togliendo tutto quello che avevamo messo davanti per impedirgli l'entrata.”

Qui c’è stato poi il primo scontro con le forze dell'ordine che hanno aggredito gli operai: “Chi è caduto è stato manganellato senza pietà, persino due pensionati che avevano portato la loro solidarietà.”
Alla richiesta degli operai di far entrare un delegato della R.S.U e un delegato del sindacato per controllare che Genta non stesse smontando imacchinari, c'è stato un no secco della polizia.

Successivamente gli operai hanno subito una nuova carica, ancora più selvaggia della precedente, nella quale sono stati accerchiati e colpiti ai volti. Tre operai poi sono stati portati al Pronto Soccorso col naso rotto e con lesioni alla testa.
Secondo“Il Messaggero” anche sei carabinieri e un dirigente di polizia sono stati feriti dai lanci di pietre e chiavi inglesi con cui gli operai hanno cercatodi difendersi.

Dopo alcune trattative, alle 7.30, due rappresentantisindacali sono riusciti a entrare nella fabbrica per verificare la situazione. Alle 11.45 poliziotti e carabinieri si ritirano, di fronte all'opposizione degli operai ancora una volta il piano di Genta è fallito.

«Le forze dell’ordine che picchiano degli operai per permettere al proprietario dell’azienda di portar via dei macchinari lasciando così senza lavoro 49 famiglie: questo è quello che ho visto stamattina all’alba difronte alla Innse», ha dichiarato l’eurodeputato di Rifondazione, Vittorio Agnoletto, che era presente al presidio degli operai.
«Non volevo credere aimiei occhi, queste scene pensavo appartenessero ormai ad un lontano passatoo ai documentari cinematografici, una vergogna per uno Stato fondato sul lavoro come recita la nostra Costituzione».

Il consigliere regionale del Prc Luciano Muhlbauer parla di «una carica dei carabinieri assolutamente indiscriminata durante la quale sono stati presi a manganellate sulla testa gli operai, un sindacalista della Fiom e anche il sottoscritto, nonostante la sua qualifica di Consigliere regionale fosse conosciuta dai responsabili di piazza».

Dura anche la presa di posizione della Fiom-Cgil: «Quello che è accaduto alla Innse è gravissimo. È il segno della volontà di mettere a tacere, con la violenza, i lavoratori.
È il segno della volontà di piegare chi in questo paese si oppone alla logica della chiusura degli stabilimenti e dei licenziamenti. La Fiom di Milano sta con i lavoratori, con gli operai della Innse, con chi difende il proprio posto e la propria dignità».

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