A Valerio Verbano, partigiano
Ieri, 21 Febbraio 2009, abbiamo partecipato, insieme ai compagni del Laboratorio Sociale la Talpa, al corteo organizzato in ricordo di Valerio Verbano.
Non una semplice commemorazione, ma anche una dimostrazione di forza degli antifascisti romani a ribadire la presenza e il presidio dei territori nei confronti delle carogne fasciste.
Valerio fu assassinato a sangue freddo 29 anni fa nella sua casa da un manipolo di neo-fascisti dei NAR o, secondo la versione difensiva di alcuni di questi, da un commando della malavita romana rappresentata della famigerata "banda della magliana", di cui, vorrei ricordare, uno dei suoi degni rappresentanti è sepolto in una basilica romana ad opera della mano caritatevole e (specialmente!) ricoscente del Vaticano.
Ma ciò non ha importanza, Valerio fu tolto di mezzo perchè col suo entusiasmo di adolescente, partendo dalla sua passione di militante antifascista, stava facendo una sua inchiesta sugli intrecci tra nazi-fascisti, malavita organizzata e forze dell'ordine dello Stato italiano.
Non una semplice commemorazione quindi, ma una sollecitazione a tutti gli antifascisti a non abbassare mai la guardia perchè il fascismo ancora oggi svolge il suo ruolo di gendarme dello Stato, del Capitale e della Chiesa.
L'abbiamo rivisto con le connivenze con le forze dell'ordine durante il corteo degli studenti a Piazza Navona, lo vediamo con gli attacchi a chiunque non si conformi socialmente alle leggi sessiste e omofobe dello Stato, in piena sintonia con l'autoritarismo paternalistico della Chiesa e lo vediamo col tentativo di creare confusione attraverso la propaganda dell'identita razziale e della divisione dei lavoratori, nell'estremo tentativo di nascondere i reali motivi del malessere sociale che attraversa le nostre città.
Oggi i fascisti sguazzano nel degrado umano in cui è caduto il popolo italiano, oggi sempre più succube di una propaganda mediatica che crea falsamente ad arte lo spauracchio del rumeno ladro e stupratore, nascondendo che è dentro le mura amiche casalinghe che prevalentemente si consuma il rito dell'asservimento violento della donna, espressione sessista del più ampio progetto di assoggettamento autoritario della triplice intesa Stato-Chiesa-Capitale.
E il fascismo in questo progetto diviene elemento importante di controllo fisico ed ideologico da contrapporre all'innato senso di libertà ed autonomia del propletariato e di tutti gli oppressi. E' e sarà sempre, per dirla come il nostro compagno Fabbri, quell'alleato scomodo da cui lo Stato autoritario non può prescindere.
Anche per questo, oltre per ricordare la figura di Valerio, che la Roma antifascista è scesa ieri nelle strade tra Val Melaina e il Tufello, partendo dall'appuntamento in Via Monte Bianco, sotto casa di Valerio, per passare poi davanti alla palestra popolare a lui dedicata.
Un corteo come sempre teso, con poche bandiere e striscioni, a testimoniare la durezza di questi tempi.
FdCA - Roma
domenica 22 febbraio 2009
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