martedì 24 febbraio 2009

INNSE: le menzogne di Genta.

febbraio 20, 2009 - venerdì

INNSE: le menzogne di Genta.

Questa volta i camion li ha lasciati a Torino. Isolato ancora di più dall’opinione pubblica dopo gli scontri fra operai e forze dell’ordine da lui causati settimana scorsa, il padrone Genta ha cercato di rompere il discredito generale che si è creato intorno, in questi 9 mesi di azioni e bravate contro gli operai della INNSE.

Nel tentativo di scrollarsi di dosso la cattiva fama guadagnatasi col suo operato, Genta ha convocato una conferenza stampa a Milano, pensando di farlo all’insaputa degli operai, invitando esclusivamente le testate giornalistiche, senza il naturale contradditorio, appunto gli operai della INNSE, senza quindi che i giornalisti potessero sentire anche la controparte.

Davanti al Circolo della Stampa lungo il centralissimo Corso Venezia a Milano, le tute blu INNSE hanno aspettato il rottamaio per dargli il benvenuto, ma il Genta, schivo alle galanterie, è entrato infilandosi di soppiatto dalla porta di servizio sul retro. Agli operai che hanno chiesto di partecipare con una propria delegazione alla conferenza stampa, Genta e il suo avvocato hanno risposto no, mentre la Polizia serrava le fila sul portone.

Dall’esterno per tutta la mattinata, Genta è stato raggiunto dai cori degli operai che ribadivano l’irremovibilità dell’obbiettivo di questi 9 mesi di lotta: la continuità produttiva della INNSE. Nella conferenza stampa Genta non si è limitato ad esporre la sua verità di parte, bensì per motivarla e legittimarla ha dovuto ricorrere alle menzogne.

Prima menzogna. “Dalla INNSE ho avuto solo perdite”.
Ha rilevato la fabbrica a prezzo politico 700 mila euro, il costo di un bilocale a Milano. In cambio aveva concordato lo sviluppo della fabbrica che chiude 2 anni e tre mesi dopo. In 2 anni non investe nemmeno nei guanti antinfortunistici, lascia la caldaia spenta, si porta via vecchie macchine e muletti che rivende come rottami. Fa lavorazioni “gratuite” per i suoi amici della Cattaneo. Non registra molte lavorazioni, facendo comparire il materiale in “conto visione”, piuttosto che in conto lavorazione. Un evasore.
In realtà gli operai della INNSE hanno lavorato a pieno ritmo, con un padrone che in 2 anni si è fatto vivo per quattro o cinque volte, sempre di corsa. Il suo obbiettivo era altro che far funzionare la fabbrica.

Seconda menzogna. “Le macchine sono vecchie e obsolete e gli operai incapaci”.
Le macchine sono così vecchie ed obsolete che non vede l’ora di smontarle e rivenderle, non solo, le macchine hanno lavorato fino al 17 settembre, anche oltre la decisione di Genta di fermarle e gli uffici tecnici di ORMIS possono certificare che i pezzi erano nelle tolleranze previste e nei tempi stabiliti, tolleranze centesimali.
Ma cosa ne può capire di lavorazioni meccaniche un rottamaio?

Terza menzogna. “Ho licenziato gli operai della INNSE perché non avevo a disposizione il capannone”.
Lo smentisce AEDES con un comunicato dell’ 11 febbraio 2009, in cui lo scarica definitivamente: “I licenziamenti degli operai non sono in alcun modo connessi con motivazioni imputabili al mancato rinnovo dell’affitto, o mancato acquisto del terreno”.
Probabilmente ognuno fa il gioco delle parti, ma almeno si accordino sulle dichiarazioni pubbliche.

Quarta menzogna. “Sono state aggredite le forze dell’ordine”.
Il signor Genta ha spinto le forze dell’ordine contro gli operai per prendersi quattro rottami, ha provocato gli scontri arrivando con la ruspa e i camion, è entrato come un ladro alle 5 di mattino, sapendo che poteva prendersi la sua roba con un accordo. Ha cercato in tutti i modi di spingere Polizia e Carabinieri a dare una lezione agli operai, questa è la sua democrazia.

Per quanto Genta e il suo avvocato si siano sbracciati il loro monologo è finito in niente. Il “Corriere” non li ha citati, la “Repubblica” poche righe, sugli altri giornali è stata ampiamente confermata la figura di un Genta rottamaio e speculatore.

Gli operai della INNSE sono di altra fattura, non difendono i loro interessi particolari, lottano contro lo smantellamento di una fabbrica storica e non faranno un passo indietro.
Se Genta vuole smontare la fabbrica deve chiedere la militarizzazione di Lambrate e per mesi schierare la forza pubblica, ma l’altra Milano che sta dalla parte degli operai, dei lavoratori, si opporrà con una solidarietà che finirà per travolgere il Genta, l’immobiliare AEDES e i loro sostenitori politici.

Gli operai della INNSE torneranno a lavorare in officina, molto prima di quanto si pensi.

Saluti a muso duro dai cancelli della INNSE in lotta.

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A muso duro - Pierangelo Bertoli
F.Urzino - P.A.Bertoli
(1979)

E adesso che farò, non so che dire
e ho freddo come quando stavo solo
ho sempre scritto i versi con la penna
non ordini precisi di lavoro.
Ho sempre odiato i porci ed i ruffiani
e quelli che rubavano un salario
i falsi che si fanno una carriera
con certe prestazioni fuori orario

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Ho speso quattro secoli di vita
e ho fatto mille viaggi nei deserti
perché volevo dire ciò che penso
volevo andare avanti ad occhi aperti
adesso dovrei fare le canzoni
con i dosaggi esatti degli esperti
magari poi vestirmi come un fesso
per fare il deficiente nei concerti.

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

Non so se sono stato mai poeta
e non mi importa niente di saperlo
riempirò i bicchieri del mio vino
non so com'è però vi invito a berlo
e le masturbazioni celebrali
le lascio a chi è maturo al punto giusto
le mie canzoni voglio raccontarle
a chi sa masturbarsi per il gusto.

Canterò le mie canzoni per la strada
ed affronterò la vita a muso duro
un guerriero senza patria e senza spada
con un piede nel passato
e lo sguardo dritto e aperto nel futuro.

E non so se avrò gli amici a farmi il coro
o se avrò soltanto volti sconosciuti
canterò le mie canzoni a tutti loro
e alla fine della strada
potrò dire che i miei giorni li ho vissuti.

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