venerdì 24 ottobre 2008

Cossiga il democratico

Quando ce vò ce vò.... questo dice Cossiga nell'intervista rilasciata al giornalista.
E d'altronde questa è l'essenza della democrazia. Finchè i lavoratori e i loro figli studenti subiscono passivamente decisioni e ricatti dell'oligarchia dominante va tutto bene, la democrazia è rispettata.
Ma nel preciso momento che alzano la testa, si svegliano dal loro torpore e tornano a voler decidere del loro lavoro e della loro vita, nel momento stesso che si agitano nella società segni premonitori di di un qualche anelito di autodeterminazione, allora la democrazia è in pericolo e bisogna difenderla dai facinorosi. Applicare o meno regole autoritarie o più o meno democratiche per lo Stato è solo una questione di convenienza politica contingente, quanno ce vò ce vò! Per lo Stato la democrazia è la delega del potere senza possibilità di ritornare sulle decisioni. Guai a chi osa tentare di mettere in discussione il padre padrone.
Il movimento che è nato intorno alla scuola e all'università ha in embrione queste pericolose connotazioni di autodeterminazione, di fronte alle quali anche tutti gli epigoni della cosiddetta sinistra istituzionale e quella forzatamente extraparlamentare sono smarriti. Abituati come sono, a trattare le masse come greggi di pecorelle bisognose di guida, sono sorpresi di fronte alla capacità dei lavoratori e degli studenti di auto organizzarsi.
E' chiaro che dopo un primo momento di smarrimento questi figuri della nomenclatura pseudoprogressista si riorganizzaranno e cercheranno di cavalcare la protesta per asservirla ai loro interessi elettoralistici. Per cui è probabile che studenti e lavoratori si troveranno tra l'incudine delle sirene della pseudo opposizione parlamentare e il martello della repressione poliziesca dello Stato.
Ma godiamoci la performance di questo campione di democrazia!

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Di seguito l’intervista completa pubblicata su Nazione – Carlino –
Giorno del 23 Ottobre 2008

di Andrea Cangini

*PRESIDENTE Cossiga, pensa che minacciando l`uso della forza pubblica
contro gli studenti Berlusconi abbia esagerato? *«Dipende, se ritiene
d`essere il presidente del Consiglio di uno Stato forte, no, ha fatto
benissimo. Ma poiché l`Italia è uno Stato debole, e all`opposizione non
c`è il granitico Pci ma l`evanescente Pd, temo che alle parole non
seguiranno i fatti e che quindi Berlusconi farà una figuraccia».

*Quali fatti dovrebbero seguire?* «Maroni dovrebbe fare quel che feci io
quand`ero ministro dell`Interno».

*Ossia?* «In primo luogo, lasciare perdere gli studenti dei licei,
perché pensi a cosa succederebbe se un ragazzino rimanesse ucciso o
gravemente ferito...».

*Gli universitari, invece?* «Lasciarli fare. Ritirare le forze di
polizia dalle strade e dalle università, infiltrare il movimento con
agenti provocatori pronti a tutto, e lasciare che per una decina di
giorni i manifestanti devastino i negozi, diano fuoco alle macchine e
mettano a ferro e fuoco le città».

*Dopo di che?* «Dopo di che, forti del consenso popolare, il suono delle
sirene delle ambulanze dovrà sovrastare quello delle auto di polizia e
carabinieri».

*Nel senso che... *«Nel senso che le forze dell`ordine non dovrebbero
avere pietà e mandarli tutti in ospedale. Non arrestarli, che tanto poi
i magistrati li rimetterebbero subito in libertà, ma picchiarli e
picchiare anche quei docenti che li fomentano».

*Anche i docenti?* «Soprattutto i docenti».

*Presidente, il suo è un paradosso, no?* «Non dico quelli anziani,
certo, ma le maestre ragazzine sì. Si rende conto della gravità di
quello che sta succedendo? Ci sono insegnanti che indottrinano i bambini
e li portano in piazza: un atteggiamento criminale!».

*E lei si rende conto di quel che direbbero in Europa dopo una cura del
genere?* «In Italia torna il fascismo», direbbero. «Balle, questa è la
ricetta democratica: spegnere la fiamma prima che divampi l`incendio».

*Quale incendio?* «Non esagero, credo davvero che il terrorismo tornerà
a insanguinare le strade di questo Paese. E non vorrei che ci si
dimenticasse che le Brigate rosse non sono nate nelle fabbriche ma nelle
università. E che gli slogan che usavano li avevano usati prima di loro
il Movimento studentesco e la sinistra sindacale».

*E` dunque possibile che la storia si ripeta?* «Non è possibile, è
probabile. Per questo dico: non dimentichiamo che le Br nacquero perché
il fuoco non fu spento per tempo».

*Il Pd di Veltroni è dalla parte dei manifestanti. *«Mah, guardi,
francamente io Veltroni che va in piazza col rischio di prendersi le
botte non ce lo vedo. Lo vedo meglio in un club esclusivo di Chicago ad
applaudire Obama...».

*Non andrà in piazza con un bastone, certo, ma politicamente...
*«Politicamente, sta facendo lo stesso errore che fece il Pci all`inizio
del- la contestazione: fece da sponda al movimento illudendosi di
controllarlo, ma quando, com`era logico, nel mirino finirono anche loro
cambiarono radicalmente registro. La cosiddetta linea della fermezza
applicata da Andreotti, da Zaccagnini e da me, era stato Berlinguer a
volerla... Ma oggi c`è il Pd, un ectoplasma guidato da un ectoplasma. Ed
è anche per questo che Berlusconi farebbe bene ad essere più prudente».

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