Roma. Un episodio normale di normale razzismo di Stato
autore:
sergio falcone
"Cos'è più la virtù?", Fernanda Pivano --- Cos'è più il senso d'umanità? Perché si è andato a smarrire? Ditemi: perché?
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Ringrazio i compagni di Informa-azione per aver pubblicato questa testimonianza [ http://www.informa-azione.info/roma_la_quotidianit%C3%... ]. E per aver evitato di firmarla col mio nome per esteso. Apprezzo la loro delicatezza d'animo. In questa sede scelgo di apparire con la mia identità. Non ho nulla da nascondere. s.f.
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IL FATTO
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Care compagne, cari compagni,
sono qui a raccontarvi quel che m'è successo domenica scorsa.
Erano le 15:30 all'incirca e passeggiavo per Campo de' Fiori, qui a Roma.
Ad un tratto vedo un migrante di colore, forse indiano, che veniva
trattenuto per un braccio da un uomo. Di fronte a lui c'era una donna,
bassa e corpulenta. Ho capito subito che si trattava di due poliziotti
municipali in borghese.
Ai loro piedi, la povera merce: un numero imprecisato di ombrelli di
tutti i tipi scaraventati per terra.
Al che mi avvicino e, vedendo quel povero ragazzo in lacrime, chiedo
che cosa avesse commesso di così grave da essere trattato in quel
modo.
Mi viene risposto che era un ambulante abusivo e che loro stavano
soltanto applicando la legge. E di farmi i fatti miei.
Di fronte a tanta arroganza, gli chiedo di mostrarmi il tesserino.
Non ho ricevuto risposta alcuna.
Hanno preso il ragazzo e lo hanno trascinato a Piazza Farnese per
identificarlo. In Piazza sostava una delle loro auto di servizio.
Ho continuato a ribadire il fatto che il loro comportamento non era
giustificato. Per tacitarmi e per spaventarmi, hanno chiamato i
carabinieri che sostano abitualmente di fronte all'ambasciata francese.
Il ragazzo gli ha mostrato una fotocopia forse del permesso di
soggiorno, o di chissà quale altro documento. Alla forza pubblica non
bastava quella copia, ma pretendeva il documento in originale. Mi sono
proposto come garante, ma inutilmente. Hanno continuato a fare orecchie
da mercante.
Intanto, attorno a noi s'era fatto un capannello di persone, molte
delle quali erano irritate da tanta violenza.
Il migrante continuava a piangere e dimostrava di non conoscere la
lingua italiana. I poliziotti hanno telefonato in centrale per chiamare
un traduttore... Arrivano "i rinforzi": due volanti della municipale,
con altri quattro vigili urbani.
Ho continuo a protestare. Sono stato spintonato ed insultato più
volte. E minacciato di denuncia.
Per dimostrargli che non ho paura e che sono sicuro delle mie azioni,
gli ho dato il passaporto in modo che prendessero le mie generalità.
Nella confusione, non mi sono accorto che hanno costretto quel ragazzo
a salire in una delle loro auto e che l'hanno portato via.
Mi auguro per lui che non sia finito recluso in qualche cie.
Non intendo fare nulla, perché non credo alla giustizia dei
tribunali.
Prima di consultare il mio legale, attendo che siano loro,
eventualmente, a fare la prima mossa.
Vi ringrazio per l'attenzione.
Un abbraccio affettuoso,
s.f.
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e la mossa dello Stato a difsa dei suoi tanto impavidi uomini e donne in divisa è puntualmente arrivata (ndr)
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Ieri, sabato 29 di maggio 2010, mi è stato notificato che pende una denuncia a mio nome, proveniente dal 1° Gruppo della polizia municipale, Roma, via Montecatini 11. Non mi è stato comunicato il contenuto, i capi d'imputazione (si dice così?). La copia, la riceverà il mio legale, tra qualche mese, se va bene. Mi rappresenterà in giudizio la compagna Simonetta Crisci, che ho subito contattato per vedere il da farsi. Di seguito, una breve ricostruzione dei fatti, in un post che ho già pubblicato su Roma Indymedia. Non amo la retorica nella quale, in casi analoghi, facilmente si può cadere; quindi, preferisco lasciare a voi il piacere del commento. s.f.
domenica 30 maggio 2010
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