Il bluff di Draghi
Se i soldi non fossero i nostri..., sì insomma se i soldi non
fossero proprio le migliaia di miliardi di euro che in questi ultimi 5
anni gli Stati della UE ci hanno risucchiato attraverso il fisco,
oppure rapinato attraverso i tagli su stipendi e pensioni, servizi
pubblici e posti di lavoro, oppure ancora scaricando i costi del debito
pubblico su disoccupazione e precarizzazione in una crisi al buio,
allora potremmo anche pensare che il "buon" governatore della Banca
Centrale Europea si stia giocando una partita a poker contro quella
cricca di misteriosi speculatori e contro i sempre serviti giocatori
della Buba, che barano a spese delle nostre vite e sul nostro futuro.
E' veramente lui che ha la mano buona, "enough" (sufficiente) per far calare lo spread e ridare fiato alle Borse, che basta dirlo ed accade per magia?
Se Draghi ha delle buone carte in mano, lo vedremo. Probabilmente chi gliele ha servite è stato quel benefattore del FMI ed il sorriso smagliante di madam Lagarde dopo l'annuncio di Draghi sembrava tradire una certa soddisfazione. Nel suo ultimo report annuale, infatti, il FMI consiglia interventi in grado di inondare il sistema di liquidità: cioè stampare denaro. Affermazioni scandalose per l'Europa!! E poi, ma che razza di novità sarebbe?! Non è quello che la FED ha fatto negli USA con ben due emissioni di quantitative easing (QE), a partire dal 2009, per salvare banche e crediti? Non è quello che fanno la Banca d'Inghilterra e la Banca del Giappone? Appunto. Ma in Europa non si può fare. O meglio, le due operazioni (sorta di succeddanee del QE) di LTRO (longer-term refinancing operation) pari a 1000 mld di euro effettuate dalla BCE a guida Mario Draghi a seguito dell'inizio della crisi del debito sovrano, non hanno sortito effetti reali se non concedere alle banche liquidità che invece di essere immessa nel sistema del credito in mutui e prestiti a imprese e persone, è stata usata dagli istituti di credito per approvigionarsi di titoli di stato. Dunque quali carte avrebbe in mano Draghi, su servizio del FMI (quindi leggi Fed/USA), perchè la BCE assicuri che "il suo sostegno monetario sia distribuito in modo efficace e continuare a fornire ampio sostegno alla liquidità delle banche a condizioni sufficientemente leggere"?
Una ripresa dell'acquisto di titoli di stato per contenere gli interessi sul debito. Possibile, riattivando il SMP (securities markets programme) che era stato usato fino al 2011 per acquistare sul mercato secondario i titoli spagnoli ed italiani e poi interrotto. Oppure combinando questo strumento con i due fondi cosiddetti salva-stati ESFS ed ESM (quest'ultimo in attesa a settembre di via libera dalla Germania), peraltro non così ricchi di disponibilità finanziarie e privi -per ora?- di autorizzazione ad intervenire sul mercato primario dei titoli (cioè acquistando direttamente dagli Stati).
Un alleggerimento delle garanzie per le banche che chiedono prestiti alla BCE, e quindi un allargamento dei titoli collaterali che si offrono a garanzia.
Un riduzione di 1/4 di punto del tasso di interesse a settembre.
Niente di nuovo, sostanzialmente. Se non fosse che la miscela di recessione e bassa inflazione che potrebbe accendersi nella UE ed influenzare prezzi e transazioni, preoccupa non poco i profitti dell'altra parte del mondo che invece non conosce crisi o ne sta uscendo, siano i paesi BRICS, gli USA o altri emergenti ancora.
Se la rivoluzione non è un pranzo di gala, come disse qualcuno, è forse ancora più vero che l'uscita dalla crisi non è una partita a poker a cui possiamo continuare ad assistere in veste di servitori di liquidità, di beni e di risorse comuni e collettive.
Il nostro protagonismo, il protagonismo di lavoratori, precari, disoccupati sta nella lotta per la redistribuzione delle ricchezze, per la riappropriazione dei beni collettivi, per la socializzazione dei servizi pubblici, per la proprietà collettiva dei mezzi di produzione e di distribuzione.
Al bluff di Draghi, preferiamo la ripresa della lotta di classe.
E' veramente lui che ha la mano buona, "enough" (sufficiente) per far calare lo spread e ridare fiato alle Borse, che basta dirlo ed accade per magia?
Se Draghi ha delle buone carte in mano, lo vedremo. Probabilmente chi gliele ha servite è stato quel benefattore del FMI ed il sorriso smagliante di madam Lagarde dopo l'annuncio di Draghi sembrava tradire una certa soddisfazione. Nel suo ultimo report annuale, infatti, il FMI consiglia interventi in grado di inondare il sistema di liquidità: cioè stampare denaro. Affermazioni scandalose per l'Europa!! E poi, ma che razza di novità sarebbe?! Non è quello che la FED ha fatto negli USA con ben due emissioni di quantitative easing (QE), a partire dal 2009, per salvare banche e crediti? Non è quello che fanno la Banca d'Inghilterra e la Banca del Giappone? Appunto. Ma in Europa non si può fare. O meglio, le due operazioni (sorta di succeddanee del QE) di LTRO (longer-term refinancing operation) pari a 1000 mld di euro effettuate dalla BCE a guida Mario Draghi a seguito dell'inizio della crisi del debito sovrano, non hanno sortito effetti reali se non concedere alle banche liquidità che invece di essere immessa nel sistema del credito in mutui e prestiti a imprese e persone, è stata usata dagli istituti di credito per approvigionarsi di titoli di stato. Dunque quali carte avrebbe in mano Draghi, su servizio del FMI (quindi leggi Fed/USA), perchè la BCE assicuri che "il suo sostegno monetario sia distribuito in modo efficace e continuare a fornire ampio sostegno alla liquidità delle banche a condizioni sufficientemente leggere"?
Una ripresa dell'acquisto di titoli di stato per contenere gli interessi sul debito. Possibile, riattivando il SMP (securities markets programme) che era stato usato fino al 2011 per acquistare sul mercato secondario i titoli spagnoli ed italiani e poi interrotto. Oppure combinando questo strumento con i due fondi cosiddetti salva-stati ESFS ed ESM (quest'ultimo in attesa a settembre di via libera dalla Germania), peraltro non così ricchi di disponibilità finanziarie e privi -per ora?- di autorizzazione ad intervenire sul mercato primario dei titoli (cioè acquistando direttamente dagli Stati).
Un alleggerimento delle garanzie per le banche che chiedono prestiti alla BCE, e quindi un allargamento dei titoli collaterali che si offrono a garanzia.
Un riduzione di 1/4 di punto del tasso di interesse a settembre.
Niente di nuovo, sostanzialmente. Se non fosse che la miscela di recessione e bassa inflazione che potrebbe accendersi nella UE ed influenzare prezzi e transazioni, preoccupa non poco i profitti dell'altra parte del mondo che invece non conosce crisi o ne sta uscendo, siano i paesi BRICS, gli USA o altri emergenti ancora.
Se la rivoluzione non è un pranzo di gala, come disse qualcuno, è forse ancora più vero che l'uscita dalla crisi non è una partita a poker a cui possiamo continuare ad assistere in veste di servitori di liquidità, di beni e di risorse comuni e collettive.
Il nostro protagonismo, il protagonismo di lavoratori, precari, disoccupati sta nella lotta per la redistribuzione delle ricchezze, per la riappropriazione dei beni collettivi, per la socializzazione dei servizi pubblici, per la proprietà collettiva dei mezzi di produzione e di distribuzione.
Al bluff di Draghi, preferiamo la ripresa della lotta di classe.
FdCA- 28 luglio 2012
Nessun commento:
Posta un commento