domenica 15 marzo 2009

Sotto la presidenza Marcegaglia di Confindustria, per le donne la crisi peggiore dal dopoguerra a oggi

E per fortuna che c'è una donna alla presidenza della Confindustria?

Ma noi lo sappiamo, il feroce sfruttamento economico del capitale non guarda in faccia a nessuno, non sta a sottilizzare ne sul colore della pelle né sulle credenze religiose, ne tantomeno se sei maschio o femmina; i padroni, statali o privati che siano, prendono di mira soprattutto gli strati più deboli della popolazione, proprio perché più facilmente ricattabili e quindi più facilmente sfruttabili. Ecco perchè oggi prende di mira le lavoratrici, con gli ultimi provvedimenti sull'età pensionabile, con i licenziamenti e la cassa integrazione che colpisce in percentuale specialmente le donne.

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Segue un comunicato dal sito della Fiom (www.fiom.cgil.it)

Donne. Spezia (Fiom): “Allarmanti i dati della Cassa integrazione. Le lavoratrici pagano due volte il prezzo della crisi”

Laura Spezia, segreteria nazionale della Fiom-Cgil, ha rilasciato oggi la seguente dichiarazione. “I dati ufficiali del Coordinamento statistico dell’Inps - come riportati da alcuni organi di informazione - dicono che nel 2008, su un totale di circa 690mila lavoratori messi in Cassa integrazione ordinaria, le donne sono ben 380mila, ovvero più del 55%.”

“Se si considera che nel complesso dell’industria le donne sono soltanto il 28% degli occupati, risulta evidente che sono proprio le donne quelle che pagano il prezzo più pesante della crisi e delle ristrutturazioni aziendali. E anche se si guarda ai dati della Cassa integrazione straordinaria, si vede che il peso delle donne è quasi il doppio rispetto a quello della loro reale presenza nell’industria.

Le lavoratrici, infatti, costituiscono il 41% del totale dei lavoratori messi in Cassa integrazione straordinaria.”
“L’andamento della Cassa integrazione, che emerge da questi dati Inps, ci preoccupa particolarmente in una fase come questa in cui sta drammaticamente esplodendo la crisi nel comparto degli elettrodomestici, cioè in un comparto in cui le operaie arrivano a essere anche la maggioranza nei reparti di produzione.”

“Più in generale, questi dati Inps sulla Cassa integrazione sono allarmanti e, purtroppo, confermano quanto abbiamo più volte denunciato: le donne pagano due volte il prezzo della crisi, da un lato, perché sono inserite nei settori e nelle qualifiche più a rischio e, dall’altro, perché, ancora oggi, il loro lavoro è considerato marginale e quindi sono spesso le prime a essere messe in Cassa integrazione, in mobilità o, se precarie, ad essere mandate via dai luoghi di lavoro.”

“Infatti, questi dati corrispondono a una condizione di strutturale discriminazione e precarietà delle donne nell’industria, di cui il comparto metalmeccanico, da un punto di vista occupazionale, rappresenta da solo circa il 50%.
Già nel 2007, dai risultati dell’inchiesta Fiom sulle condizioni di lavoro nel settore metalmeccanico (in cui la presenza femminile è pari al 22%) emergeva una grave condizione di svantaggio delle donne rispetto ai salari, alla precarietà, ai livelli di inquadramento e alle condizioni generali di lavoro.”

Fiom-Cgil/Ufficio Stampa

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