In Grecia il sistema economico speculativo internazionale, diretto
dalla famigerata Troika (BCE – UE – FMI), sta svelando il suo volto
peggiore. “Riforme” sociali e tagli, operati dall’irresponsabile e
collaborazionista governo ellenico, stanno letteralmente affamando una
popolazione chiamata a pagare il conto di una crisi che non ha
prodotto.
La crisi, causata invece dal capitalismo internazionale con l’intento
di difendere i propri privilegi ed il sistema bancario, ha riportato
il Paese ad incubi sociali che si pensavano debellati da decenni:
* licenziamenti di massa
* disoccupazione a livelli stratosferici
* salari e pensioni tagliati di oltre il 50 % dall'oggi al domani
* istituzioni pubbliche e servizi sociali a tutela dei più poveri
e dei più deboli al collasso
* interruzione dell’erogazione dell’elettricità e del gas a
cittadini e strutture pubbliche (ospedali, scuole, ecc.) insolventi
* ricorso sempre più diffuso alle organizzazioni di carità da
parte dei cittadini
* fuga dal Paese di chi può ancora permetterselo, in particolare dei giovani
Tutto questo sostenuto da una brutale repressione poliziesca e da una
propaganda mediatica che va oltre il ridicolo, bollando genericamente
come black - blok migliaia di lavoratori, pensionati, studenti,
casalinghe, che occupano le piazze di Atene, Salonicco e delle
maggiori città greche e che si difendono dagli attacchi delle forze
dell’ordine, le quali utilizzano massicciamente contro di loro anche
gas lacrimogeni vietati dalle convenzioni internazionali.
In questo clima di guerra sociale del Capitale contro le classi
subalterne, l’unica buona notizia è il tentativo, da parte della
popolazione, di autorganizzarsi. Per la prima volta nella storia della
Grecia moderna si cerca infatti di praticare l'autogestione, adottata
su larga scala dalla società civile: in aziende pubbliche, ospedali e
là dove le bollette non si possono pagare, i servizi sono riallacciati
e garantiti da comitati di cittadini.
Quando il Capitale avrà staccato la spina alla Grecia, facendola
precipitare nel medioevo, si dedicherà agli altri Paesi europei non
“virtuosi”. La lista nera è già pronta: Irlanda, Portogallo, Spagna,
Italia…
La Grecia è oggi quello che potrebbe diventare l’Italia domani!
E’ ormai evidente che per uscire dalla situazione di continua crisi
economica che caratterizza i nostri tempi occorre superare questo modo
di produzione, che tutto divora per preservare se stesso. Non saranno
lo stucchevole gioco delle alternanze di governo, né le grandi
coalizioni, né i governi tecnici all’interno di queste compatibilità
economiche, né improbabili e sinistri ritorni di fiamma nazionalistici
a risolvere i problemi. Solo la crescita di un’ opposizione sociale
di massa a livello europeo sarà in grado di far pagare la crisi a chi
l’ha creata e di indicare la strada verso l’emancipazione dal Capitale
e dalla sua finanza.
Sosteniamo il popolo greco in lotta e auspichiamo per la Grecia e per
tutti i Paesi un futuro di libertà, con un' economia al servizio degli
esseri umani e non degli speculatori.
Esigiamo l'immediata scarcerazione di tutti gli arrestati durante le
manifestazioni e la cessazione di ogni forma di repressione da parte
delle forze di polizia.
assunto come OdG dall' 81 Consiglio dei Delegati della FdCA - 26 febbraio 2012
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