I rivenditori di materiali edilizi a
Roma si chiamano “smorzi”.
Di “smorzi” nella capitale ce ne sono
centinaia disseminati in tutti i cantieri da quelli periferici al
centro. All’alba, prima ancora che gli “smorzi” aprano decine di
persone con un piccolo zaino in spalla contenete il pranzo per la
giornata aspettano di essere ingaggiati per una giornata di lavoro.
Sono muratori, manovali, carpentieri, piastrellisti e giardinieri.
Sono operai, non solo stranieri con la crisi gli italiani sono sempre
più numerosi, in attesa che arrivino i caporali.
Schiavi che aspettano
di vendere le loro braccia per 40 euro al giorno, sempre a nero.
Sono
anni che va vanti così sotto gli occhi di tutti: polizia, carabinieri,
sindacalisti, preti , politici borghesi e cittadini perbene.
Ieri la
gran capa della CGIL Camusso, quella della firma tecnica all’accordo di
Mirafiori, ha lanciato la campagna “Stop al caporalato”
Secondo la
CGIL, il numero degli schiavi impiegati ogni giorno è di oltre
quattromila, con un guadagno dei caporali di 10/20 euro per operaio.
L’
illuminata legislatura italiana non considera il caporalato un reato
grave, per legge il massimo che gli schiavisti rischiano sono 50 euro
di multa. in allegato l’articolo del Corriere della sera –Roma.
mario
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