mer, 19 gen @ 08:17
Lettera aperta al segretario della FIOM Maurizio
Landini
Pubblicato in
www.asloperaicontro.org oc telematico
Mi
chiamo Rosario Monda e sono un operaio licenziato FIAT di Pomigliano.
La mia situazione rappresenta un esempio chiaro di come la FIAT e il
suo capo
Marchionne intendano il concetto di “legalità” e “democrazia”.
Il mio caso è ancora più eclatante di quello, gravissimo, dei tre
compagni di Melfi,
perché io, dopo essere stato licenziato nel 2006 e
aver vinto la “causa” più di un
anno e sei mesi fa, con una sentenza
definitiva che “impone” all’azienda l’immediato
reintegro, sono ancora
fuori e anche senza salario. La FIAT ha deciso di non farmi
rientrare e
di non pagarmi.
Sono fuori per rappresaglia. Non sono un pericoloso
sovversivo, né un capo sindacale.
L’azienda mi tiene così come esempio
per gli altri: “Non ribellatevi, abbassate la
testa, altrimenti vi
licenzio come Rosario e se anche vincete i ricorsi legali, io
non vi
reintegro lo stesso”.
Da qualche mese ho cercato di far conoscere la
mia situazione. Molti giornali, tra
cui Il Fatto, l’Unità, Repubblica e
moltissimi siti internet si sono occupati del mio
caso. In ultimo ho
rilasciato un intervista anche a RaiNews andata in onda il 14
Gennaio
2011 (Il link per vederla è: http://www.youtube.com/watch?
v=hzK0WhpHZIk). Ho
ricevuto molta solidarietà personale. Alcuni operai
mi hanno sostenuto attivamente,
in particolare quelli della INNSE di
Milano.
La cosa strana è però che nessuna organizzazione sindacale mi
sostiene in questa
battaglia.
Non capisco in particolare la posizione
della FIOM.
La FIOM, di cui lei è segretario, non ha speso per ora una
sola parola sul mio caso.
Non penso che il motivo risieda nel fatto
che il mio licenziamento avvenne
ufficialmente per una contestazione ai
vertici dei sindacati confederali in
un’assemblea di fabbrica in
concomitanza di un rinnovo del contratto.
A quella contestazione io
partecipai, come migliaia di altri, alzando la mano e
votando contro
quel contratto su cui non ero d’accordo.
Non riesco pertanto a
capire cosa mi abbia reso un “invisibile” .
Per i sindacati filo
aziendali credo che la cosa sia nel conto. Quello che trovo
sbagliato è
che anche la FIOM si sia tirata fuori. Comunque la si rigiri, io sono
un
licenziato “politico”. Sono stato espulso non perché contestatore
degli altri
sindacati, ma perché ho scioperato e ho lottato ogni volta
che vedevo calpestati i
miei diritti e quelli dei miei compagni. Questi
sono i veri motivi del mio
licenziamento.
La FIOM, oggi sotto attacco
da parte della FIAT, denuncia giustamente come la linea
Marchionne a
Pomigliano e Mirafiori segna un peggioramento delle condizioni di noi
operai. Ebbene, il mio caso è la dimostrazione di dove si stia
spingendo la FIAT.
Vuole il controllo assoluto degli operai, senza
limiti sindacali e giuridici.
Marchionne si è presentato agli occhi
dell’opinione pubblica come un manager che
vuole semplicemente
condizioni di lavoro diverse dalle precedenti, rispettando le
regole e
le leggi dello Stato. Invece il mio caso dimostra chiaramente come
Marchionne e la FIAT siano disposti a non rispettare neanche le
sentenze della
magistratura pur di raggiungere i loro scopi.
La FIOM
ha denunciato apertamente le violazioni della costituzione e delle
leggi
contenute negli accordi di Pomigliano e Mirafiori e non può
tacere quindi di fronte
all’arroganza dell’azienda di tenere fuori e
senza salario un operaio che la
magistratura ha reintegrato pienamente
sul proprio posto di lavoro.
Io sono come gli altri operai e l’
ingiustizia che mi viene inflitta è l’esempio di
quello che stanno
facendo a tutti gli operai, credo che la FIOM non possa lasciarmi
nel
dimenticatoio, alla fame, come vuole Marchionne e quelli che la pensano
come
lui.
Certo di una sua risposta, la saluto.
Pomigliano d’Arco,
18/01/2011 Rosario
Monda
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